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RAPPORTO CNEL

Professionisti, lavora "in nero" il 13% dei laureati

Professionisti, lavora "in nero" il 13% dei laureati
Overeducation, Neet, outplacement e lavoro sommerso nel Rapporto CNEL. Nel 2012, ha lavorato in nero il 13 per cento dei laureati a ciclo unico (+5 per cento rispetto al 2007), usciti dalle facoltà di medicina, giurisprudenza, architettura, farmacia, chimica o veterinaria.

Il dato e l'analisi sono contenuti nell'ultimo Rapporto del CNEL sul mercato del lavoro 2012-2013. Nello stesso tempo i giovani, nonostante abbiano conseguito una laurea, sembrano anche disposti a percepire retribuzioni più basse. Alla riduzione della stabilità lavorativa si è associata una forte riduzione delle retribuzioni reali percepite ad un anno dal conseguimento del titolo per tutte e tre le lauree considerate.

Overeducation e lavoro "fuori squadra"-Il Rapporto mette anche in evidenza come i giovani laureati italiani sempre più spesso risultano sotto-inquadrati, cioè vanno a ricoprire mansioni che tendenzialmente potrebbero addirittura essere occupate anche senza laurea. È il fenomeno dell'overeducation, che può essere quantificato dall'incrocio tra il titolo di studio conseguito e la professione svolta il 45.2 per cento dei laureati tra i 20 e i 34 anni svolge un lavoro non coerente con quanto studiato, e il rischio è ancora maggiore per le donne.
In generale la popolazione giovanile risulta interessata da investimenti formativi "fuori squadra" rispetto alla capacità di assorbimento del nostro sistema produttivo, oltre ad adattarsi a lavori meno qualificati rispetto al percorso formativo, sembrano infatti sempre più disposti a lavorare con forme contrattuali poco o per nulla garantite, e nello stesso tempo a guadagnare di meno.

Outplacement- Si tratta di un fenomeno molto attuale, anche se poco dibattuto finora in Italia. Con il termine outplacement si vuole indicare l'attività di reinserimento e orientamento professionale di quei soggetti la cui attività non è più ritenuta funzionale alle strategie aziendali. L'outplacement interessa anche quei professionisti che, non assorbiti dal fabbisogno nazionale o dal fabbisogno di mercato, sono in cerca di una nuova collocazione anche di tipo extra-professionale.

NEET- La situazione dei giovani nel nostro Paese è tanto più critica, perché ci sono tanti disoccupati e tanti giovani sospesi nel limbo del non studio e del non lavoro (i cosiddetti Neet, not in education, employment or training), nonostante le coorti siano di minore ampiezza rispetto al passato. Nel 2012 i Neet sono arrivati a 2 milioni 250 mila, pari al 23.9 per cento, circa uno su quattro, una percentuale che addirittura è superiore a quella della Spagna che è la "pecora nera" della zona euro per ciò che concerne la disoccupazione.

Svolta nel collocamento- La vera novità sul collocamento- rimarca il CNEL- arriverebbe da una maggiore trasparenza del mercato del lavoro, attraverso formule come Cliclavoro, la borsa del mercato del lavoro che metta i molti soggetti a cui la legge dà ampia facoltà di dare informazioni e orientamento per favorire l'incontro e il job placement. Sono chiamate in causa anche le associazioni professionali. Al riguardo l'ANMVI gestisce da più di dieci anni VetJob un servizio on line gratuito, compilato e aggiornato dai medici veterinari che cercano e offrono proposte di lavoro.
Fondamentale, poi "il monitoraggio dei fabbisogni professionali" per il buon funzionamento del mercato del lavoro. Le lauree a numero programmato individuano i posti disponibili ai corsi di laurea, secondo principi di proporzionalità rispetto al fabbisogno di nuovi professionisti da abilitare, un principio avvalorato dalla Corte UE dei Diritti Umani, proprio partendo dal caso italiano.
A questo si aggiunga l'obbligo per le scuole e le università di pubblicare e rendere gratuitamente accessibili sui propri siti istituzionali i curricula dei propri studenti dall'iscrizione ad almeno dodici mesi dopo l'ottenimento del titolo di studio.