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MINISTERO DELLA SALUTE

Randagismo: verifiche in tutte le Regioni

Randagismo: verifiche in tutte le Regioni
Dal caso della Puglia affrontato nel corso di una interpellanza, il Ministero della Salute prende le mosse per "avviare una verifica in tutto il territorio nazionale dell'attuazione regionale delle norme nazionali, dei programmi e delle risorse destinate per combattere il randagismo" L'ha annunciata il Sottosegretario Fadda alla Camera dei Deputati.
Dall'esito di questa verifica – ha aggiunto il Sottosegretario- "si potrà valutare la necessità o meno di avviare ulteriori iniziative da parte del Governo".

L'iniziativa parlamentare è partita dall'On Elvira Savino che chiedeva iniziative per il contrasto al maltrattamento degli animali, con particolare attenzione alla situazione dei canili in Puglia. "Milioni di euro – ha dichiarato l'On Savino- vengono prelevati dal gettito fiscale dei contribuenti e stanziati da Stato e regioni per il controllo e la tutela del randagismo, che in regioni come Puglia, Sicilia, Calabria, Campania, Sardegna, ma anche Lazio e Molise, sono, in realtà, inversamente proporzionali al contenimento del fenomeno e al benessere degli animali". "L'ignobile affare" " solo in Puglia, fa guadagnare oltre 50 milioni di euro".

Il Sottosegretario Fadda ha dichiarato che "il Ministero della salute quotidianamente riceve segnalazioni relative alla disapplicazione delle norme nazionali e regionali in materia di randagismo, con particolare riguardo a situazioni di maltrattamenti sugli animali provenienti da tutto il territorio nazionale. Per la regione Puglia, tali segnalazioni sono molto numerose".

Le ispezioni ministeriali ci sono. L'Unità operativa per la tutela animale ha già svolto una serie di ispezioni in Puglia in alcuni canili-rifugio, impartendo prescrizioni di adeguamento ed ha tenuto incontri sia con i servizi veterinari regionali che con le locali associazioni protezionistiche. A maggio di quest'anno, il dirigente ministeriale, coordinatore della task force, ha incontrato il Presidente della regione Puglia e e l'assessore alle politiche sociali. A seguito dell'incontro, " è stata fornita all'assessore una dettagliata relazione riportante le irregolarità riscontrate e le proposte operative per affrontare congiuntamente il problema".

Il Sottosegretario ha anche menzionato una nota del Ministero della giustizia dalla quale si evince che la problematica dei canili presenti nel territorio di competenza della procura della Repubblica di Lecce è da tempo attentamente monitorata. A luglio 2011 è stata avviata un'indagine con la ricognizione relativa alle condizioni della gestione di tutti i canili della provincia, affidata alla polizia provinciale. " In alcune ipotesi, è stata riscontrata la detenzione di animali in condizioni totalmente incompatibili con la natura", con conseguenti prescrizioni amministrative e con l'apertura di un procedimento penale.

Dal canto suo la Regione ha trasmesso una relazione dettagliata, che anche questa lascio agli atti dell'Aula, dalla quale emerge, non solo il quadro dei finanziamenti e programmi finalizzati alla tematica in esame, ma anche l'indicazione che ciascun comune ha l'obbligo di possedere un canile sanitario, dotato di un numero limitato di posti-cane e di dotarsi di almeno un rifugio. "Sino ad oggi – ha spiegato Fadda- il fenomeno è stato gestito a macchia di leopardo e molti comuni pugliesi non si sono dotati di canili sanitari e di rifugi".

Nel cercare di arginare tale situazione e con l'obiettivo di intensificare le attività preventive, ottimizzando le scarse risorse a disposizione, la regione Puglia è intervenuta modificando la legge regionale, ma "nonostante i numerosi interventi di tipo legislativo, programmatico ed economico, la regione segnala la difficoltà di coordinare i vari enti, ai quali le norme affidano la complessa gestione della problematica".