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APPROVATO IL RIORDINO

Ddl delega: il Governo rilancia la revisione dell'IVA

Ddl delega: il Governo rilancia la revisione dell'IVA
Con la legge di delegazione europea, il Governo varerà interventi in materia di Imposta sul Valore Aggiunto. Con un Disegno di legge potrà riordinare l'intera disciplina dell'IVA, cancellando le disposizioni in contrasto con il quadro comunitario, ma anche disapplicando alcune disposizioni nazionali. Si apre una breccia per la sanità veterinaria?
L'IVA sulle prestazioni veterinarie potrebbe trovare nella Legge di Delegazione Europea un'occasione di ripensamento. Palazzo Chigi ha approvato alla vigilia di Pasqua una serie di provvedimenti per allineare il diritto nazionale a quello comunitario, fra i quali figura la delega il Governo a legiferare in materia di "coordinamento della disciplina interna in materia di IVA con l'ordinamento UE". Un riordino potenzialmente vasto, che potrebbe - anche con l'interessamento del Ministero della Salute, più volte sollecitato dall'ANMVI- aprire un tavolo di confronto sull'assoggettamento ad IVA delle prestazioni medico-veterinarie.

L'applicazione dell'Imposta sul valore aggiunto, in quanto applicata sui beni di consumo, rappresenta una anomalia nel campo delle prestazioni sanitarie, che in quanto tale godono di agevolazioni se non di esenzioni totali.
Nulla di tutto questo accade invece per le prestazioni veterinarie, nemmeno per quelle di prevenzione e tutela della salute pubblica rientranti nel concetto di One Medicine, tanto ricorrente nei proclami delle autorità sanitaire di tutta Europa e dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale.

Alle sollecitazioni più volte avanzate dall'ANMVI in sede europea e nazionale, le autorità di volta in volta competenti si sono sempre rimpallate il problema fra  diritto comunitario e nazionale. La Legge di Delegazione Europea rappresenta la prova del nove per verificare le discrepanze esistenti in ambito comunitario non solo sulla percentuale di aliquota applicata nei vari Stati Membri sulle prestazioni veterinarie,  ma anche sul criterio impositivo.

Fra le anomalie rilevate dall'ANMVI in ambito europeo, anche in relazione alla circolazione di servizi professionali in territorio comunitario, figura il diverso trattamento fiscale a cui sono sottoposte le prestazioni veterinarie rese dai professionisti italiani, a fronte di Stati Membri (e Paesi Terzi) dove fiscalmente la prestazione è meno onerosa.