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FARMACO VETERINARIO

AISA: l’Industria soffre disservizi e solvibilità

AISA: l’Industria soffre disservizi e solvibilità
Intervista al Presidente AISA. Scarsa reperibilità del farmaco veterinario e sostituzione della prescrizione veterinaria: disservizi che costano all'Industria Farmaceutica Veterinaria 80mln di euro ogni anno. "E non è escluso che vadano a pesare sui costi del SSN". La crisi della filiera richiede un controllo di solvibilità. Semplificare e allargare il mercato.
"Il business derivante dall'utilizzo del farmaco veterinario sugli animali da compagnia ci compete per legge, ma purtroppo ci viene ancora troppo spesso negato. La disinformazione, la medicazione "fai da te", la libera interpretazione del "sistema a cascata" nella prescrizione del farmaco, la perfettibile collaborazione tra Industria Farmaceutica Veterinaria, Farmacisti, Veterinari e Autorità Sanitarie costituiscono un enorme problematica. Il disservizio legato alla scarsa reperibilità del farmaco veterinario in farmacia e la sostituzione della prescrizione veterinaria con approssimativi prodotti per uso umano costano 80.000.000 di euro ogni anno all'Industria Farmaceutica Veterinaria e non è escluso che vadano a pesare sui costi del Servizio Sanitario Nazionale".

A parlare è  Giulio Predieri, Presidente AISA, nell'intervista a tutto campo rilasciata per la newsletter di Federchimica a due anni dal suo mandato al vertice dell'Associazione delle Industrie della Salute Animale.
"Il farmaco veterinario costa, così potrebbe nascere la tentazione di ricorrere al medico di base per la prescrizione del farmaco per uso umano- continua. Ma la legge parla chiaro: laddove esiste il farmaco veterinario, tale farmaco va prescritto, consegnato e somministrato. Solo nel caso in cui il farmaco veterinario non sia prodotto, il veterinario ha facoltà di prescrivere, in deroga, un farmaco umano (sistema a cascata), ma sempre assumendosi la responsabilità del trattamento poiché un solo eccipiente inadeguato può provocare gravi reazioni avverse. I medici veterinari ci chiedono di fare ricerca e di sviluppare nuovi farmaci, ma l'Industria Farmaceutica Veterinaria vive di proventi e se questi vengono meno per il comportamento non lineare o addirittura illegale degli stessi Veterinari e delle Farmacie, non è possibile investire nello sviluppo di nuovi prodotti. Il cane si morde la coda".

L'intervista solleva anche il tema della mancanza di controllo sulla solvibilità della filiera. A questo riguardo, Predieri risponde che "in conseguenza del credit crunch la questione della solvibilità della nostra clientela sta emergendo con accenti destabilizzanti per l'intero sistema produttivo". L'allevamento zootecnico si è trasformato da agricolo a industriale, aggiunge e "partendo dal presupposto che il farmaco veterinario rappresenta un fattore di produzione zootecnica, le sofferenze finanziarie da mancati incassi attivano un circolo vizioso che porta a ripercussioni sociali: l'industria farmaceutica non incassa e si vede costretta a far lievitare i prezzi dei medicinali; il produttore di alimenti essenziali (latte, uova, carne) paga più caro il farmaco veterinario ed è a sua volta costretto ad aumentare i prezzi dei prodotti. Le ripercussioni generali non possono che essere negative, sia a livello sociale che in termini di mercato".

In conclusione, tra i grandi obiettivi di AISA, rimangono sul tavolo la semplificazione della normativa, intesa come agevolazione dell'attività industriale, l'allargamento del mercato con la conquista di quel grande business che passa attraverso la vendita del farmaco veterinario in farmacia e il controllo della solvibilità della filiera.