• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31280
CODICE CIVILE

Condominio, ANMVI chiede chiarimento sui “domestici”

Condominio, ANMVI chiede chiarimento sui “domestici”
Con la definizione di animali domestici  "il Parlamento ha inteso comprendere tutti gli animali da compagnia". Corrisponde al vero quanto dichiara il Corriere della Sera? ANMVI si  rivolge al Ministero della Giustizia. Il Presidente Bedin: "Una interpretazione restrittiva sarebbe contraria alla Convenzione Europea". Ottimo traguardo giuridico per milioni di cani e gatti.
Ieri la Commissione Giustizia del Senato ha licenziato in sede deliberante la riforma del condominio così come scritta dalla Camera dei Deputati. I regolamenti condominiali, pertanto, non potranno più vietare la presenza di " possedere o detenere animali domestici". "Un passo avanti e tre indietro", commentava già ieri un comunicato stampa l'ANMVI, che ora intende rivolgersi al Ministero della Giustizia per chiedere chiarimenti sull'interpretazione da dare alla definizione di "animali domestici".

Infatti, secondo quanto riportato oggi dal Corriere della Sera in un articolo a firma di Mariolina Iossa, tra gli animali domestici, "il Parlamento ha inteso comprendere tutti gli animali da compagnia (pur non modificando il testo per evitare che tornasse alla Camera per la seconda lettura), quindi anche criceti, furetti, canarini, eccetera". Un chiarimento si rende urgente e necessario, secondo l'ANMVI che auspica venga confermata l'interpretazione estensiva della definizione di "animali domestici" ai fini dell'attuazione del nuovo diritto condominiale.

Il Presidente della SIVAE, Marco Bedin, osserva che "una interpretazione restrittiva della definizione, oltre che impropria sul piano scientifico, confliggerebbe con la Convenzione Europea per la Protezione degli Animali da Compagnia, ratificata come Legge dello Stato italiano e volta a tutelare "ogni animale tenuto, o destinato ad essere tenuto dall'uomo, in particolare presso il suo alloggio domestico, per suo diletto e compagnia".

Il provvedimento licenziato dalla Commissione Giustizia del Senato aggiunge all'articolo 1.138 del Codice Civile il seguente nuovo comma: «Le norme del regolamento non possono vietare di possedere o detenere animali domestici».

Per l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani che fino all'ultimo aveva chiesto di tornare alla definizione di "animali da compagnia", la riforma del condominio licenziata dalla Commissione Giustizia del Senato è un ottimo risultato per cani e gatti,  ma al tempo stesso è un passo indietro nella cultura della convivenza uomo-animale: milioni di animali esotici d'affezione, come criceti, conigli nani, uccelli e pesci, sono stati lasciati fuori dalla tutela condominiale.  A meno che non sia confermato l'intento inclusivo della norma.