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BENESSERE ANIMALE

CNB: “valorizzare il ruolo cruciale del veterinario”

SUINI ORNel valutare le condizioni di vita degli animali e nel riconoscere i parametri del loro benessere, il veterinario ha un ruolo "cruciale" che il Comitato Nazionale di Bioetica Veterinaria incoraggia a valorizzare.

Il parere Alimentazione Umana e Benessere Animale è stato approvato dal Comitato Nazionale di Bioetica nella seduta plenaria del 28 settembre 2012.

Il documento è ora pubblicato sul sito del Governo. Nel documento si legge che "la trasformazione del rapporto con l'alterità animale ha inoltre determinato l'emergere di una nuova figura di medico veterinario che deve essere preparato nel campo delle scienze comportamentali applicate, in modo da saper riconoscere i parametri del benessere e definire i sensori per il monitoraggio dello stress. Allo stesso modo, però, il veterinario, come tutto il personale sanitario, deve avere una formazione bioetica per poter valutare la rilevanza morale degli interessi animali e tutelarli, anche avviando un dibattito pubblico sulle scelte e sugli orientamenti che dovrebbero guidare la nostra condotta nei confronti delle altre specie".

Il veterinario è considerato "una figura cruciale e strategica nell'approccio della biocultura: il veterinario che, come detto, per la sua professionalità deve farsi garante in prima persona degli 'stakeholder atipici' (gli animali), interpretando i loro bisogni e le loro esigenze etologiche ed esplicitandole al fine di migliorare concretamente le loro condizioni di vita negli allevamenti".

All'interno della prospettiva etica della bio-cultura e della responsabilità sociale di impresa, alla luce dei valori e dei principi illustrati nel documento, il Comitato Nazionale per la Bioetica formula le seguenti raccomandazioni:

1. Promuovere una cultura di impresa e di filiera con una forte valorizzazione della responsabilità sociale, intesa quale impegno a rispettare senza deroghe le previsioni delle Direttive europee in materia e a reinvestire in politiche e prassi socialmente rilevanti quali il miglioramento delle condizioni di allevamento e di conduzione degli animali, e quali la sostenibilità dei processi produttivi sotto il profilo ambientale. Al fine di perseguire questi obiettivi, si suggerisce di adottare in primo luogo un sistema di etichettature riferito a un sistema parallelo di attività produttive e zootecniche basate su standard qualitativi di eccellenza. La disciplina legale del sistema di etichettature dovrà rendere facilmente e univocamente identificabile dai consumatori questi prodotti, attraverso informazioni comprensibili e non sovrapposte o duplicate rispetto a dati relativi ad altre produzioni quali ad esempio quelle del mercato biologico, e ciò anche al fine di incentivare lo sviluppo delle attività produttive e zootecniche sostenibili eticamente e sotto il profilo ambientale. Particolare cura andrà posta nell'assicurare una corrispondenza tra le condizioni di allevamento degli animali e le condizioni del loro trattamento lungo tutta la filiera.
2. Rispettare concretamente e fattivamente il diritto a conoscere dei consumatori, attraverso la promozione e realizzazione di campagne di informazione e sensibilizzazione da parte delle autorità di controllo. Conoscere è il passo decisivo per l'assunzione di una responsabilità etica verso gli animali da parte dei consumatori: ferma restando la centralità degli interessi alimentari umani, o anche meramente economici, un consumatore consapevole è in qualche modo moralmente corresponsabile della sostenibilità etica del processo di produzione, unitamente agli attori diretti della filiera.
3. Nell'attuazione delle indicazioni dell'Unione Europea, attivare tempestivamente politiche pubbliche che promuovano la realizzazione di una rete europea di centri di riferimento per la protezione e il benessere degli animali, nonché l'armonizzazione dei requisiti comunitari al fine di favorire l'affermarsi nel più breve tempo possibile di forme più sostenibili di allevamento e produzione animale su tutto il territorio dell'Unione.
4. Promuovere la ricerca scientifica in materia di benessere animale, particolarmente per gli animali da reddito, e sviluppare un sistema di valutazione animal-based16.
5. Valorizzare il ruolo cruciale del veterinario nel valutare le condizioni di vita degli animali e nel riconoscere i parametri del loro benessere. A tal riguardo, si sottolinea la necessità di attivare una formazione bioetica specifica per il personale veterinario diretta a evidenziare la rilevanza morale degli interessi degli animali e a operare concretamente per la loro tutela.
6. Analogamente, porre la dovuta attenzione alla formazione del personale addetto alla cura e alla gestione degli animali. L'adozione di criteri per la selezione, l'acquisizione di specifiche competenze e la formazione del personale sono infatti condizioni riconosciute anche a livello comunitario quali misure necessarie a garantire una gestione di qualità totale.

Il parere è stato elaborato dalle coordinatrici del gruppo di lavoro, Luisella Battaglia e Cinzia Caporale. Fra i collaboratori esterni, rappresentanti istituzionali (Romano Marabelli -Capo Dipartimento della sanità pubblica veterinaria, della sicurezza alimentare e degli organi collegiali per la tutela della salute) delle produzioni zootecniche (Paolo Scrocchi - Direttore generale dell'Associazione Italiana Allevatori), dei consumatori (Agostino Macrì - Responsabile per il settore alimentare dell'Unione Nazionale Consumatori), docenti di filosofia morale (Barbara de Mori, Università degli Studi di Padova), Etica sociale, Economia e Management e Benessere Animale (Michele Panzera -Università di Messina) con una "particolare menzione" al Collega Pasqualino Santori.

pdfPARERE_DEL_COMITATO_NAZIONALE_DI_BIOETICA.pdf203.42 KB