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COMUNICATO

Condominio, Sivae: assurda discriminazione per gli “esotici”

Condominio, Sivae: assurda discriminazione per gli  “esotici”
Per i veterinari esperti di medicina e comportamento degli animali esotici da compagnia la riforma del condominio "non è una vera conquista per gli animali e per i proprietari: terminologia impropria e ridicola: vietabile il criceto, ammissibile la capra".
E' lodevole la norma che impedirà ai Regolamenti condominiale di vietare la presenza di "animali domestici" negli appartamenti, ma ha suscitato ilarità e disapprovazione nei veterinari esperti di animali esotici. Non si tratta, infatti, di una vera conquista né per gli animali né per milioni di famiglie che già oggi vivono con innocui (e silenziosi) criceti, pesci e rettili legalmente detenuti.

Il Consiglio Direttivo della SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici- Federata ANMVI) dichiara che "si è persa un'altra occasione per formulare una legge equa, realistica e rispettosa delle reali esigenze dei cittadini e degli animali stessi". Non si può, infatti, dire che abbia vinto il principio "vietato vietare", perché molte comunissime specie non domestiche sono state dimenticate e discriminate per colpa del dichiarato intento, del Legislatore e del Governo, di impedire la detenzione di animali "esotici" d'affezione. Che nell'immaginario comune sono "pericolosi".

E quel che è peggio è che per farlo si è fatto ricorso ad una terminologia priva di qualsiasi fondamento scientifico e giuridico.

"La definizione "domestico" – fa notare il Consiglio Direttivo della SIVAE- non riguarda affatto la adattabilità alla vita in appartamento ma si riferisce invece a quelle specie su cui l'uomo da secoli esercita una selezione artificiale tale da renderle diverse dall'ancestrale selvatico. In questo senso sono sì "domestici" il cane ed il gatto, ma lo sono anche l'asino e la capra che senz'altro appaiono poco raccomandabili come pet da appartamento. Viceversa un criceto si è appena incamminato sulla strada della domesticazione e rimane, colore del mantello a parte, virtualmente identico ai suoi ancestrali selvatici: un furetto, che per tutti i non addetti ai lavori è "un animale selvatico che dovrebbe stare libero nei boschi" è invece un animale domestico a tutti gli effetti, con chiare differenze dovute a selezione artificiale rispetto all'ancestrale selvatico, la puzzola europea".
Il Legislatore associa l'aggettivo "esotico" – per retaggi culturali atavici- al concetto di "strano e sconveniente". Il pregiudizio è evidente nel banale esempio del serpente, riecheggiato in Aula per una biblica memoria che lo vuole "pericoloso".

Il Parlamento non dovrebbe legiferare sulla base di luoghi comuni e di pregiudizi- dicono i SIVAE- ma dovrebbe affidarsi ad un maggiore rigore scientifico; se lo facesse saprebbe che il criceto non è domestico e che i serpenti possono essere detenuti legalmente senza presentare alcun rischio per la salute e la sicurezza pubblica".
Gli animali "esotici" d'affezione sono i meno frequentemente citati nelle controversie condominiali, perché silenziosi nella stragrande maggioranza dei casi e privi di rischi per l'incolumità pubblica. Quasi sempre, infine, non si ritrovano negli spazi condominiali comuni dove nascono molti litigi".

La SIVAE propone subito al Senato di cambiare la norma e di costituire delle commissioni di valutazione con l'ausilio tecnico di medici veterinari esperti in medicina e comportamento degli animali "esotici" d'affezione.