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ALLEVAMENTI DA INCUBO, SIVAR: BANALITA’ AL TG1

ALLEVAMENTI DA INCUBO, SIVAR: BANALITA’ AL TG1
Biosicurezza, valutazione del rischio, veterinario aziendale, benessere animale non sono concetti da TG1 delle 20. Più facile fare demagogia sui vitellini e parlare di "allevamenti da incubo". Qualche milione di telespettatori, venerdì sera, si sarà fatto l'idea che allevare e macellare sia un crimine. Intervento della SIVAR. Al TG1 delle 20.00 qualche milione di telespettatore, venerdì scorso si sarà fatto l'idea che macellare 700 milioni di animali da reddito sia un crimine e non una delle attività economiche portanti del nostro Paese. Che allevare per produrre alimenti sia un lavoro da criminali, sfruttatori di "macchine da latte".

Concetti come "benessere animale", biosicurezza, protezione al macello, valutazione del rischio, sicurezza alimentare e "veterinario aziendale" non sono stati lontanamente citati nemmeno dall'unico medico veterinario intervistato, impegnato invece a sostenere le tesi del servizio televisivo.

Se ormai non sorprende più il comportamento di testate giornalistiche sempre più improntate all'info-tainment, la professione veterinaria non può rendersi alleata di messaggi ideologici e di generalizzazioni che danneggiano un intero comparto economico; un settore nel quale, tutti i giorni, medici veterinari, pubblici e privati, concorrono ad innalzare gli standard di buone pratiche di allevamento e benessere animale, contro gli scenari cinicamente rappresentati dal TG1.

"Non possiamo accettare- dichiara la SIVAR Società Italiana Veterinaria per Animali da Reddito- che la nostra professione, che già soffre di una insufficiente visibilità mediatica, subisca danno proprio da un Collega. Di tutto abbiamo bisogno come professionisti e come Paese tranne che di condannare un comparto già in crisi. Denunciare illeciti e abusi è un dovere, ma è un dovere anche non tacere di chi li contrasta. Da un Collega ci saremmo aspettati di sentire dire dello sforzo, la fatica e l'impegno quotidiano di centinaia di medici veterinari pubblici e privati che in allevamento e al macello applicano le leggi, la deontologia professionale, le norme sul benessere e sulla sicurezza alimentare e che fanno dell'aggiornamento scientifico permanente un sacrificio personale per tenere a livelli di eccellenza le produzioni zootecniche del nostro Paese. Altrettanto grave che il servizio pubblico- è la conclusione-  si adagi su posizioni parziali e banalizzi una situazione complessa incurante dei danni economici che può causare".

La SIVAR auspica comportamenti deontologicamente più professionali quando si indossa un camice bianco in TV e un richiamo generalizzato ad un utilizzo più responsabile del mezzo televisivo da parte di tutti.