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RICONOSCIMENTO PER LE SOCIETA’ SCIENTIFICHE

RICONOSCIMENTO PER LE SOCIETA’ SCIENTIFICHE
L'ANMVI ha interessato il Ministero della Salute affinchè il modello di riconoscimento e di consultazione allo studio per le Società scientifiche mediche sia esteso alle società scientifiche veterinarie. L'individuazione di società, in grado di porsi come interlocutrici del Dicastero, è auspicabile anche in campo veterinario per assicurare sostegno scientifico alla legislazione.

L'ANMVI ha interessato il Ministro della Salute e il Sottosegretario Francesca Martini affinché il riconoscimento delle società scientifiche, in via di definizione nel campo della medicina, venga preso in considerazione anche per la medicina veterinaria. La definizione di un elenco di società di consolidata attività scientifica in grado di porsi come interlocutrici del Dicastero è, infatti, auspicabile anche in campo veterinario, allo scopo di assicurare sostegno scientifico alla legislazione.

Da tempo il Ministero della Salute indirizza i propri atti normativi in veterinaria sulla base delle conoscenze scientifiche e medico-veterinarie. E' il caso della normativa sulle aggressioni canine che, dal 2009 ha accantonato le black list, sulla scorta delle conoscenze più evolute nel campo della moderna medicina comportamentale; ma anche della legislazione sul benessere animale, per citare un campo che negli ultimi anni ha subito un forte impulso normativo, non potrà che fondarsi sulle conoscenze scientifiche e sul progresso delle scienze veterinarie. Recentemente inoltre- sempre su sollecitazione dell'ANMVI-  il Ministero della Salute ha riconosciuto l'importanza di avvalersi di competenze scientifiche anche in relazione alla Convenzione Cites.

L'ANMVI ha quindi invitato le autorità ministeriali ad adottare il modello di confronto in via di definizione in campo umano e a considerare anche per la veterinaria l'adozione di uno schema di decreto contenente i criteri necessari all'accreditamento. In sostanza, si punta a costruire una platea di sigle la cui autorevolezza nell'attività scientifica si traduce in una rappresentatività istituzionale, per fare in modo - dichiara Cricelli (FNOMCEO) - "che quando sul tavolo ci sono questioni di carattere medico-scientifico, per interlocutori vengano scelte sigle che siano realmente autorevoli".