Il Dossier Fnovi sulla cunicoltura, l'ultimo prodotto dell'intensa attività documentale della Federazione, affronta questa vistosa contraddizione e spalanca un nuovo mondo, dopo quello dell'apicoltura, da esplorare e da governare. Il Dossier - una disamina attenta, approfondita e competente delle tematiche in gioco - sarà presentato ufficialmente al Consiglio nazionale che si apre domani a Firenze.
Si parte dall'analisi del dato, per arrivare a quella di tutta la legislazione. A conclusione del documento, la Federazione elenca una serie di istanze e di proposte che vengono anticipate su 30giorni.
Per la professione veterinaria il fatto di non disporre di dati certi vuol dire non sapere quale sia la valenza occupazionale del settore, attuale e futura, quale la competenza in campo, quale la formazione esistente o necessaria. Ecco perché la prima richiesta della Fnovi è che sia istituita l'anagrafe sanitaria nazionale delle aziende cunicole in Italia.
Il settore sconta gravi carenze anche nella legislazione veterinaria, basti dire che oggi non esiste una legislazione in merito alla biosicurezza per una tipologia di allevamento in cui sarebbe cruciale.
Quanto all'impiego del farmaco, il Dossier analizza le difficoltà peculiari di una normativa che ha già rivelato la sua inadeguatezza rispetto alla vicenda "valnemulina": è recente il successo delle tesi della Federazione sulla correttezza dell'uso in deroga in questo settore, tanto da far registrare l'archiviazione di sanzioni elevate per importi esorbitanti nei confronti dei medici veterinari.