La SIVAR (Società Italiana Veterinari per Animali da Reddito) ha scritto alle Associazioni degli Allevatori una lettera co-firmata con l’ANMVI per esporre la posizione e le osservazioni dei medici veterinari in merito alla vigente legislazione sulla protezione degli animali durante il trasporto e relativa disciplina sanzionatoria .”Le nuove disposizioni comunitarie, recepite dal nostro Paese- scrivono le associazioni- non hanno mancato di suscitare un vivo dibattito fra gli operatori di settore, diversamente interessati da complessi adempimenti che, in alcuni casi, sono stati a nostro avviso motivatamente criticati. Tuttavia, pur non essendo affatto risolti alcuni problemi connessi al benessere degli animali destinati al trasporto e malgrado le difficoltà che persistono in capo ai medici veterinari, la normativa dispone l’inequivocabile divieto di trasporto per questi animali (cfr il disposto di cui all’Allegato 1 in base quale non può essere trasportato nessun animale che non sia in grado di spostarsi autonomamente senza sofferenza o di deambulare senza aiuto). Pertanto, ANMVI e SIVAR ritengono ”che in questi casi non si possa redigere il certificato di trasportabilità e che vada respinta, in quanto illecita, ogni eventuale richiesta al medico veterinario (ufficiale o libero professionista) affinché attesti che l’animale è in grado di deambulare in autonomia e quindi può essere trasportato. Quanto esposto- concludono ANMVI e SIVAR- non esime chi scrive dal continuare a proporre correttivi alle autorità competenti, in direzione, ad esempio, di una semplificazione della pratica di eutanasia da concordare con l’allevatore per i casi più gravi, stante l’evidente inattuabilità della macellazione di necessità sul posto. Si ritiene infine che non vadano nemmeno ignorate situazioni in cui gli animali a terra potrebbero essere trasportabili sulla base di evidenze, pratiche e cliniche, per le quali sarebbe opportuno valutare un perfezionamento delle norme laddove, risentendo di un eccessivo idealismo, rischiano di fallire sul piano della concretezza”.