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CHI ESERCITA IN ITALIA DEVE CONOSCERE L’ITALIANO

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Con il riconoscimento delle qualifiche professionali sarà più facile per i professionisti europei esercitare in territorio comunitario e, di conseguenza, per i colleghi stranieri esercitare in Italia. Il Parlamento sta discutendo il provvedimento che recepirà la Direttiva Zappalà e avanza il timore che i professionisti italiani possano risultare penalizzati. La proposta è quindi di attribuire un ruolo centrale alla conoscenza della lingua italiana da parte dei professionisti europei in entrata nel nostro Paese. Che l’ esercizio delle professioni non possa prescindere dalla competenza linguistica è un’opinione condivisa dal Sottosegretario all’Università Luigi Scotti,secondo il quale andrebbero rafforzate le misure compensative che consentono il riconoscimento dei titoli ed il ruolo attribuito alla conoscenza della lingua italiana. Il recepimento della Direttiva Zappalà suscita più di una riflessione anche rispetto alla libera circolazione degli operatori sanitari, medici veterinari compresi. Oltre alla conoscenza dell’italiano alcuni parlamentari suggeriscono anche l’obbligo di conoscenza della deontologia nazionale.