Sarà avviata in autunno dall’ANMVI una campagna di sensibilizzazione dei politici nazionali ed europei sull’IVA veterinaria. A cominciare dalle Politiche Comunitarie. Questa estate la Corte di Giustizia Europea ha offerto alla Categoria un ottimo spunto per riprendere la battaglia per la riduzione dell’aliquota che grava sulle prestazioni veterinarie. Il Legislatore europeo punta infatti all’armonizzazione dei vari regimi impositivi dei Paesi membri e spetta ai giudici, che chiedono prelievi omogenei, il compito di garantire l’uniformità dell’imposta. L’IVA veterinaria è decisamente disarmonica: si va dal 20% di aliquota applicata sulle prestazioni in Italia e Austria, al 5% nella Repubblica Ceca, 7% in Spagna, 8% in Grecia, fino al 25% in Danimarca. ” E’ l’occasione per sensibilizzare la politica- afferma il Presidente dell’ANMVI Carlo Scotti- , naturalmente in direzione di una scelta d’aliquota al ribasso, uniformandosi alla percentuale più bassa possibile”. L’IVA è oggetto di particolare attenzione perchè è la principale imposta sui consumi. L’assunto dei giudici della Corte Europea è che se si vuole instaurare una reale libera circolazione dei beni, dei servizi, dei cittadini e delle professioni intellettuali è indispensabile che si creino le condizioni comuni per non falsare le condizioni di concorrenza. Potrà essere una direttiva, una decisione o un regolamento, ma l’Europa è determinata a pervenire ad una applicazione uniforme dell’imposta sul valore aggiunto. Il discorso si collega inevitabilmente al recepimento della Direttiva Zappalà avvenuto a luglio: il Ministro per le Politiche Europee, Emma Bonino, ha portato in Consiglio dei Ministri la sua proposta di recepimento della Direttiva n.2005/36/CE sul riconoscimento delle qualifiche professionali. Il testo riguarda le cosiddette professioni "regolamentate", quelle cioè il cui esercizio è consentito solo a seguito dell’iscrizione in albi, e consentirà ai veterinari europei, entro ottobre, di esercitare negli Stati Membri con minori difficoltà burocratiche. E proprio il Ministro Bonino si è distinta per la sua determinazione a far rispettare in Italia le regole europee. “ “Cercheremo dunque di sfruttare al massimo il quadro comunitario” conclude Scotti- cominciando col rivendicare uno spazio di attenzione da dedicare alla veterinaria e facendo pressione affinché le regole della libera circolazione e della concorrenza portino a quei risultati che i tanto invocati principi della tutela e del benessere animali non hanno mai prodotto. Come è noto, mentre le prestazioni mediche sull’uomo sono IVA esenti, quelle sull’animale sono ancora considerate alla stregua di un bene superfluo”