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CASSAZIONE: I CANI VANNO ACCUDITI COME I MINORI

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Il cane, in un certo senso, è come un bambino pertanto con lui bisogna comportarsi "con la stessa attenzione e diligenza che normalmente si usa verso un minore". L'equiparazione arriva dalla Cassazione che si è occupata del caso di un cane che, per disattenzione del suo padrone mentre lo trasportava in auto, era stato trascinato per circa un chilometro perchè il guinzaglio era rimasto impigliato nella portiera. In questo caso il padrone dell'animale, Luca P. un 27enne della provincia di Novara, si è salvato dalla condanna per maltrattamento di animali perchè il reato si è estinto per prescrizione; ma il giovane dovrà comunque risarcire la Lega Antivivisezione con 250 euro costituitasi parte civile nel processo. Per la prima volta la Suprema Corte ricorda ai padroni che se si decide di avere un cane poi bisogna trattarlo con la stessa cura che si usa verso i bambini, tanto piu' quando le bestiole vengono trasportate in macchina. Proprio per non essersi accorto che il cane era uscito dall'abitacolo essendo in stato di ubriachezza, il 17 agosto del 2003, Luca P. era stato condannato dal Tribunale di Novara, a luglio 2006 a duemila euro di ammenda per il reato previsto dall'articolo 727 C.p. oltre al risarcimento del danno nei confronti della Lega Antivivisezione. Inutilmente il giovane si e' rivolto alla Cassazione sostenendo che l'articolo 727 C.p. sanziona la detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura e produttive di gravi sofferenze, fatto quest'ultimo che non gli era stato contestato visto che veniva addebitato solo il maltrattamento colposo. La terza sezione penale (sentenza 21805) ha bocciato il ricorso sottolineando che nel caso in questione "è evidente la colpa perche' l'animale condotto al seguito o trasportato in autovettura richiede la stessa attenzione e diligenza che normalmente si usa verso un minore". Dunque, annnota ancora piazza Cavour, "è configurabile una condotta di maltrattamento o malgoverno di animali sia pure di natura colposa" anche nel caso in cui il padrone si e' comportato con "negligenza" nei confronti dell'animale. Il padrone, infatti, chiarisce ancora la Suprema Corte, "prima che l'autovettura ripartisse avrebbe dovuto controllare che il cane si trovasse a bordo dell'auto". (Animalieanimali.it/Adnkronos)