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POLITICHE ECONOMICHE PER I PROFESSIONISTI

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Confprofessioni ha svolto un’audizione alla Camera, presso le le Commissioni riunite Giustizia e Attività produttive, presentando quindici proposte emendative alla riforma delle professioni targata Mastella. Il Presidente Gaetano Stella , ha dichiarato che il documento depositato in Parlamento il 31 maggio scorso contiene i principi che “devono stare alla base di una vera riforma perchè essa sia capace di rispondere alle esigenze del mercato e del Paese”. Al primo posto, Confprofessioni a cui aderisce ANMVI, ha posto la richiesta di “ politiche economiche a favore dei professionisti: agevolazioni o incentivi diretti a favorire la formazione e l’aggiornamento professionale, l’acquisto di strumenti informatici hardware e software e nuovi prodotti tecnologici, lo sviluppo dell’occupazione e l’accesso al credito; credito d’imposta, determinato annualmente dalla legge finanziaria, per documentate attività di contenuto scientifico, economico–contabile, tecnico e disciplinare”. Secondo Confprofessioni, le società professionali, ad esclusione dell’Area tecnica, non possono avere al loro interno terzi soggetti considerati esclusivamente soci di capitale anche se di minoranza, in quanto il professionista rischierebbe di diventare un semplice dipendente senza alcuna autonomia, o peggio ancora un prestanome, principi fondamentali che devono rimanere saldi nell’ottica della riforma . In alternativa la proposta è di prevedere la costituzione degli studi associati tra professionisti . E’ stata ribadita la necessità di ascoltare la Parte Sociale in tutti i casi in cui sia prevista la consultazione degli Ordini e comunque sempre in presenza di tavoli di concertazione in base alle proprie e già riconosciute funzioni di parte sociale. A tal proposito, l’Ordine, onde evitare la sovrapposizione dei ruoli, dovrà esclusivamente avere come obiettivo la rappresentanza istituzionale, a tutela dei terzi e della fede pubblica nell’interesse generale della collettività. Fra le altre proposte emendative, è stata sottolineata la necessità che il tirocinio si svolga essenzialmente, con un massimo di ventiquattro mesi, presso gli studi professionali, con la possibilità di svolgerlo in parte, ma non esclusivamente, mediante la frequenza di scuole e corsi ai quali partecipano come relatori i professionisti di categoria. Le Casse di Previdenza dei professionisti devono mantenere la piena autonomia finanziaria e gestionale, mentre le tariffe, che non sono vietate dall’Europa, siano stabilite per ogni professione, in relazione alle esigenze di tutela dell’interesse pubblico, e, pur non obbligatorie, assolvano una funzione informativa e orientativa, soprattutto nelle ipotesi in cui maggiori asimmetrie rendano impossibile per gli utenti del servizio professionale la stima del suo valore. “Con realismo - spiega Gaetano Stella, presidente di Confprofessioni - e ritenendo di interpretare a pieno il nostro ruolo di rappresentanza sindacale, abbiamo impostato l’attività puntuale di analisi dei testi di riforma e le proposte concrete di emendamento sulla base di principi fondamentali nell’interesse del comparto dei liberi professionisti”.