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STATUS DEGLI EQUIDI E DISPONIBILITA’ FARMACI

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Con riferimento alle Linee Guida e per l’organizzazione e la gestione dell’anagrafe equina da parte dell’UNIRE (D.M. 5 maggio 2006), la Presidente in carica della SIVE, Paola Gulden e il Consigliere ANMVI, Sandro Barbacini, hanno scritto alla Direzione Generale del Faramco Veterinario del Ministero della Salute in merito alle “persistenti limitazioni nella disponibilità quali-quantitativa di farmaci per il trattamento degli equidi”. L’anagrafe equina è vista dai Medici Veterinari del settore ippiatrico come un valido strumento regolamentare per garantire da un lato la catena alimentare umana e dall’altro assicurare al paziente animale adeguati trattamenti farmacologici. In particolare, le previsioni contenute nell’articolo 18 del citato Decreto (Condizione equide destinato alla produzione di alimenti per l’uomo), consentirebbero il superamento delle attuali problematiche, proprio attraverso la specifica gestione dello status di equide da destinare alla produzione di alimenti per l’uomo ( con relative istruzioni per la registrazione dei trattamenti farmacologici sul documento di identificazione). Pertanto, la nota indirizzata al Ministero della Salute spiega che “ una volta individuati gli equidi esclusi dalla produzione alimentare per l’uomo, grazie allo strumento-anagrafe, i Medici Veterinari Ippiatri auspicano di poter disporre di un adeguato paniere di medicinali non più sottoposto alle restrizioni normative derivanti da esigenze di sanità pubblica e tutela del consumatore di carni e derivati da equidi produttori di alimenti. Alle minori restrizioni nelle possibilità terapeutiche in favore della salute animale, potrebbe aggiungersi una maggiore disponibilità di farmaci veterinari attraverso lo sviluppo di nuove specialità -in aggiunta a quelle attualmente autorizzate- che consentano al paziente-equide di avvalersi di soluzioni terapeutiche di nuova generazione. Il medico veterinario ippiatra si confronta da molto tempo con le attuali limitazioni nella piena comprensione che la tutela della salute umana debba rappresentare una priorità. Tuttavia, la definitiva esclusione dal circuito alimentare attraverso l’assunzione di un nuovo status deve restituire piena dignità al paziente animale e maggiori soluzioni terapeutiche al veterinario impegnato a tutelarne la salute”. La richiesta rivolta alla Direzione Generale guidata dalla dottoressa Gaetana Ferri è di considerare il problema esposto “anche attraverso incontri o tavoli tecnici dedicati, che valutino l’assoluta necessità di confermare il paniere dei medicinali a disposizione e di arricchirlo per le esigenze di sanità animale che non interferiscono con le garanzie di sicurezza alimentare dell’uomo”.