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TRE PROGETTI NEL LABORATORIO DI GALLI

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“Farò nascere il primo bovino al mondo immune da mucca pazza. L’animale sarà creato senza il gene del prione dunque non corre il rischio di creare malattie”. L’annuncio è del Collega Cesare Galli dalle pagine lombarde del Corriere della Sera. Il «Laboratorio di tecnologie della riproduzione» è nato solo 14 anni fa, ma già nel 1999 è diventato un punto di riferimento mondiale con la nascita di Galileo, primo clone di un toro. Cesare Galli è impegnato su molti fronti, ma tre sono quelli che probabilmente rivoluzioneranno la biomedicina nei prossimi anni. Innanzitutto - in collaborazione con l'Istituto neurologico Besta e con il finanziamento dalla Fondazione Cariplo - si sta cercando di far nascere il primo bovino al mondo immune dal morbo della mucca pazza. L'eccezionalità della ricerca non è solo nel progetto, ma nelle sue innumerevoli applicazioni in campo biomedico. «Oggi per i trapianti di tessuto da animale a uomo si utilizzano capi di bestiame provenienti dalla Nuova Zelanda, perché si pensa che non abbiano la malattia - continua il direttore del Laboratorio - Con questo progetto si avrà la certezza che il bovino sia immune». Una grande speranza per la medicina. Il secondo progetto, sempre con applicazione biomedica, è finanziato dall'Istituto superiore di sanità. Galli sta creando un suino sul quale verrà verificata l'efficacia del trapianto di cellule staminali. «Introdurremo nell'animale delle lesioni artificiali - precisa il veterinario cremonese - e poi eseguiremo dei trapianti di cellule neurali e del miocardio». Si dovrà in particolare verificare l’eventuale efficacia delle cellule staminali, che nel nostro Paese sono al centro del dibattito sull'etica della scienza. Il terzo settore ha un'applicazione esclusivamente scientifica ed è stato promosso grazie ai finanziamenti dell'Unione europea. E' il lavoro più vicino alla conclusione. «Perchè continuare a usare gli animali come cavie da laboratorio? - si chiede il professor Galli -. Tra breve tempo potremo verificare l'efficacia dei farmaci direttamente su embrioni e gameti creati in vitro, senza uccidere inutilmente dei poveri animali». Sulla base di questa esigenza è nata l'iniziativa del presidente della Provincia, Giuseppe Torchio: «Nei prossimi giorni chiederemo al ministero dell'Agricoltura di realizzare un progetto per coinvolgere il Laboratorio in una più ampia sperimentazione e ricerca italiana. Il polo di Cesare Galli potrebbe così diventare uno dei più grandi centri italiani per la ricerca sulla zootecnia».