• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31311

UNIVERSITA’, COMUNICATO STAMPA

COMUNICATO STAMPA ANMVI - Il Ministro Moratti non rispetta il numero programmato. I nuovi corsi di laurea in medicina veterinaria daranno lavoro solo ai docenti. Il Ministero dell’Università disattende le sue stesse previsioni e autorizza nuovi corsi di laurea in medicina veterinaria al di fuori del numero programmato per l’anno accademico 2003-2004. Il Ministro Moratti dimostra così di non tenere in nessun conto le indicazioni delle previsioni del Comitato Nazionale per la Valutazione del Sistema Universitario, che ha evidenziato un boom di immatricolazioni nei corsi di laurea per le professioni sanitarie, né rispetta le indicazioni della Conferenza dei Presidi delle Facoltà di medicina veterinaria che ad agosto aveva deliberato contro l’attivazione di nuovi corsi di laurea. Non da ultimo, il Ministro non tiene nella dovuta considerazione i dati del mercato occupazionale nel settore veterinario. Basti citare le disastrose previsioni sulle prospettive di lavoro della veterinaria italiana evidenziate da NOMISMA, in una recentissima indagine, commissionata dall’ANMVI.
La professione veterinaria è già senza lavoro
L’ANMVI denuncia una situazione già drammatica rispetto alle possibilità occupazionali nel settore medico-veterinario, aggravata da provvedimenti ministeriali irresponsabili e di segno palesemente contrario agli impegni ministeriali in merito al numero programmato e al rispetto dei requisiti minimi per l’attivazione di nuovi corsi di laurea in medicina veterinaria. Il fabbisogno occupazionale è già abbondantemente superato da un numero di liberi professionisti attualmente alle prese con una pesante situazione di concorrenza e da un numero di dipendenti pubblici destinato a future contrazioni.
Numeri insostenibili per una situazione già “anomala”
Complessivamente, il Ministero ha fissato in 1.470 il numero massimo di accessi ai corsi di laurea specialistica in medicina veterinaria per l’anno accademico 2003-2004, una quota massima da ripartire fra le 13 facoltà esistenti sul territorio italiano. Nel numero non erano ovviamente compresi i posti messi a disposizione dall’ateneo di Catanzaro, che proprio ieri ha dato il via al test di ammissione per aspiranti matricole, né sono compresi quelli prefigurati dalle università di Palermo, Udine e Viterbo che hanno già manifestato l’intenzione di attivare analogo corso di laurea. La situazione italiana, con un numero di facoltà di veterinaria superiore a quella di qualunque altro Paese della UE, non può che essere definita “anomala”, come ha scritto la Conferenza dei Presidi di Veterinaria nel citato documento di agosto. Si consideri infatti che solo 3 facoltà su 13 hanno standard di qualità tali da vantare il riconoscimento della EAEVE ( European Association of Establishments for Veterinari Education).
Le lauree triennali: bassi profili professionali
Il Consiglio dell’ANMVI esprime anche forte contrarietà al nuovo corso di laurea triennale proposto dall’Università di Bari che andrà a creare nuove figure professionali ( infermiere veterinario) per le quali non c’è spazio sul mercato, che aggraveranno la concorrenza del settore e che, sotto l’aspetto formativo, non corrispondono ad alcun dignitoso profilo professionale. Le cosiddette lauree junior, in generale, non creano altro che professioni in embrione non sempre adeguatamente sviluppate e adeguatamente professionalizzanti.
Deriva della professionalità italiana in Europa
Per il Consiglio Direttivo dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani – ANMVI- questa autorizzazione ministeriale è inammissibile e in palese contrasto con la normativa emanata dallo stesso MIUR in materia di formazione universitaria. Non si vede infatti come il proliferare di nuovi corsi di laurea possa essere indice di rispetto di quei requisiti minimi previsti dal Ministero per garantire agli studenti standard formativi di qualità, in grado di competere con quelli richiesti dall’Europa. Il tutto alla luce di nuove prospettive comunitarie in materia di riconoscimento delle professioni.
Il Ministro dia un chiarimento ai veterinari
Un chiarimento urgente alla Categoria da parte del Ministro Moratti a questo punto è doveroso, prima di subire altri colpi di mano con l’autorizzazione a corsi di laurea in veterinaria. Sul decreto ministeriale che ha dato il via libera a Catanzaro sono in corso le valutazioni dei legali dell’ANMVI ai fini di un eventuale ricorso al Tribunale Amministrativo del Lazio.
Ufficio Stampa ANMVI