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PIANO SANITARIO NAZIONALE 2003-2005

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Per il Ministro Sirchia, “i nuovi poteri attribuiti alle Regioni determineranno, nei mesi e negli anni a venire, importanti trasformazioni nella sanità italiana. È dunque naturale che il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 si ponga in una ottica del tutto nuova e coerente con questi cambiamenti legislativi e politici trasformandosi, rispetto ai precedenti Piani, da atto programmatico per le Regioni in Progetto di Salute condiviso e attuato con le Regioni in modo sinergico e interattivo. L’accordo Stato-Regioni dell’8 agosto 2001 ha disegnato un buon modello di collaborazione tra lo Stato e le Regioni che il Ministero della Salute e la Conferenza delle Regioni hanno deciso debba costituire il prototipo di ogni futura iniziativa in sanità”. Il capitolo La sicurezza alimentare e la sanità veterinaria illustra gli intendimenti del Governo e le priorità per fonteggiare le emergenze sanitarie e garantire la sicurezza degli alimenti. Gli obiettivi prioritari sono i seguenti: - definire una politica della sicurezza degli alimenti e della salute e del benessere degli animali basata sulla valutazione e la gestione del rischio che consenta di uscire gradualmente dalla logica dell’emergenza, realizzando una politica fondata su obbiettivi di sicurezza e di salute misurabili e verificati; - ridurre i rischi connessi al consumo degli alimenti ed alle zoonosi, assicurando alti livelli di sicurezza igienico-sanitaria degli alimenti ai consumatori italiani; - ridurre l’incidenza delle zoonosi e delle malattie diffusive nelle popolazioni degli animali domestici, con particolare riferimento alle infezioni della lista A dell’OIE, alla brucellosi bovina, ovi-caprina e bufalina ed alla tubercolosi, nonché alle encefalopatie spongiformi trasmissibili. Il perseguimento degli obiettivi posti richiede l’attenzione agli strumenti organizzativi e l’attuazione di numerosi programmi operativi. In particolare, è necessario garantire un sistema che: - fornisca la consulenza ed il supporto tecnico e scientifico per le attività di pianificazione e legislazione nei settori che hanno un impatto diretto o indiretto sulla sicurezza degli alimenti destinati all’uomo ed agli animali, nonché sulla salute ed il benessere degli animali; - rappresenti l’interfaccia operativa nazionale dell’Autorità europea degli alimenti, che ha visto l’avvio con l’inizio del 2002, e costituisce un importante modello di coordinamento istituzionale dei diversi soggetti tenuti a collaborare in vista del raggiungimento dell’obiettivo di sicurezza alimentare nell’Unione Europea. All’Autorità europea, soggetto indipendente che agisce secondo il principio dell’elevata qualità scientifica e della trasparenza, è attribuito il compito fondamentale dell’analisi scientifica del rischio su cui fondare le decisioni politiche e amministrative. L’Autorità Europea cura in particolare l’analisi scientifica e la valutazione del rischio, la comunicazione del rischio per consentire una chiara comprensione dello stesso e delle implicazioni sottostanti e il sistema di allerta; - raccolga e analizzi i dati che permettono la caratterizzazione ed il monitoraggio dei rischi per la sicurezza alimentare che hanno un impatto diretto o indiretto sulla sicurezza degli alimenti destinati all’uomo ed agli animali e sulla salute ed il benessere di questi ultimi; - assicuri le analisi e valutazioni scientifiche che servono come base scientifica per l’azione legislativa e regolamentare nei campi della sicurezza degli alimenti, della salute e del benessere degli animali; - realizzi di un sistema di auditing per la verifica dell’efficacia del sistema nazionale del controllo ufficiale degli alimenti e delle popolazioni animali, conformemente ai requisiti stabiliti da norme riconosciute a livello internazionale (OIE, Codex, ISO EN) che permettono di misurare la qualità del servizio/prodotto; - organizzi un sistema per la gestione delle emergenze veterinarie, soprattutto per quelle ad andamento prevalentemente diffusivo, coordinato a livello nazionale ed in grado di mobilitare le risorse necessarie ove occorrano, nei tempi e nei modi adeguati alle esigenze. Particolare attenzione dovrà essere rivolta agli strumenti di mobilitazione delle risorse umane ed al reperimento delle attrezzature necessarie, anche, ove indispensabile, mediante la mobilitazione della protezione civile ed ai sistemi di abbattimento e distruzione delle carcasse animali; - migliori in modo significativo il sistema di sorveglianza epidemiologica nazionale nel settore della sicurezza degli alimenti, della salute e del benessere degli animali e delle zoonosi, - attui concretamente un programma di formazione straordinario per favorire la realizzazione di sistemi di gestione ed assicurazione della qualità nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale e assumere comportamenti che assicurino omogeneità di prestazioni su tutto il territorio nazionale. In particolare deve essere assicurato l’accreditamento dei servizi di Sanità pubblica secondo norme di assicurazione della qualità riconosciute a livello internazionale. L’accreditamento è indispensabile per poter continuare nel medio–lungo termine le attività di certificazione, indispensabili per la libera circolazione degli animali e degli alimenti in ambito internazionale. Le attività di formazione devono, inoltre, essere indirizzate all’introduzione e utilizzazione della sorveglianza epidemiologica e dell’analisi del rischio. Nel settore della sicurezza alimentare, più che in molti altri settori, il raggiungimento degli obbiettivi posti è fortemente condizionato dal contesto internazionale e comunitario. È indispensabile, pertanto, creare le condizioni, sia a livello nazionale che a livello comunitario ed internazionale, che consentano il perseguimento degli obbiettivi e delle azioni identificate. In particolare: - gli obiettivi di sicurezza degli alimenti e di salute e benessere degli animali devono essere individuati in modo esplicito e trasparente e verificati sistematicamente, assicurando l’efficace integrazione del controllo pubblico con l’effettiva attribuzione di responsabilità agli operatori economici della produzione primaria, della trasformazione, e del commercio degli alimenti; - l’attuale revisione delle politiche di sicurezza degli alimenti, in ambito dell’Unione Europea deve tenere conto delle peculiarità del sistema di produzione agro-alimentare dell’Italia; - la partecipazione dell’Italia alle attività delle Organizzazioni internazionali che operano nel campo della sicurezza degli alimenti e della salute e al benessere degli animali deve essere rafforzata; - la collaborazione dell’Italia con i Paesi dai quali il sistema agroindustriale italiano si approvvigiona, deve essere rafforzata, dando alla cooperazione internazionale un ruolo più importante ed organico.