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MNC: LA VETERINARIA CHE FA?

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Quello del riconoscimento delle medicine non convenzionali – secondo Francesco Longo Vice Presidente della SIAV e della SIMVENCO – è un problema “duplice e va scisso: da una parte c’é la necessitá di leggittimare le figure professionali che operano nel settore, regolamentare ambiti pratici, formativi, culturali, deontologici, e tutto questo per far fronte ad una richiesta di prestazioni mediche non convenzionali in costante aumento (sia in campo veterinario che in quello di umana). Dall’altra parte c’é l’annosa querelle della validazione scientifica delle stesse discipline. Intanto i lavori di evidenza scientifica e clinica non mancano, soltanto nessuno li prende in considerazione, e comunque in attesa che partano ulteriori ricerche é indispensabile regolamentare il lato professionale ormai ben attivo”. Il Parlamento lavora speditamente, deciso a regolamentare 14 discipline della medicina non convenzionale. La bozza di testo unificato messa a punto a fine maggio da Francesco Paolo Lucchese, deputato Udc e relatore alla commissione Affari Sociali della Camera, riunisce 18 pdl sulla materia e codifica otto specialita' riservate ai laureati in medicina, odontoiatria e veterinaria; due per i laureati in chiropratica e osteopatia; quattro per gli operatori sanitari non medici. E la veterinaria che fa? “E’ trascorso oltre un anno dall’ormai storica decisione della FNOMCEO di legittimare dieci discipline non convenzionali quali atto medico – prosegue Francesco Longo- e notevole é stato anche il movimento nel settore veterinario che é culminato con la stesura del ‘Documento di Bologna’, cioé un testo sulle LINEE GUIDA IN MNC IN VETERINARIA, redatto da F.I.A.M.O. (Federazione Italiana Associazioni Medicina Omeopatica), S.I.A.V. (Societá Italiana Agopuntura Veterinaria), S.I.M.Ve.N.Co (Societá Italiana Medicina Veterinaria Non Convenzionale), in data 28 Settembre 2002”. A questo punto si chiede una presa di posizione ufficiale della Categoria nei riguardi dei colleghi impegnati nelle discipline cosiddette alternative: “E’ forse il caso di ricordare alla F.N.O.V.I. – dichiara Longo- che innanzitutto siamo Medici Veterinari, regolarmente iscritti ad uno degli Ordini Provinciali, e poi siamo anche agopuntori, omeopati, fitoterapeuti. La F.N.O.V.I. dovrebbe essere la Federazione dei Medici Veterinari, ma proprio di tutti i Medici Veterinari, convenzionali e non. Forse dovremmo ripartire da un principio fondamentale: MEDICINA INTEGRATA, in cui le diverse discipline mediche concorrono a potenziare l’atto medico, rivalutare tutte le potenzialitá presenti nella nostra categoria, diventare piú rappresentativi nel panora della sanitá italiana. E’ auspicabile – conclude Longo - una ripresa del dialogo tra le associazioni culturali veterinarie di medicina convenzionale e non, magari proprio in ambito A.N.M.V.I., visto l’interesse mostrato sin dall’inizio, ma anche iniziare un proficuo dialogo con la F.N.O.V.I.”.