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VIETTI: L’ESAME DI STATO NON SI TOCCA

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Da tempo le organizzazioni professionali stanno valutando la possibilità di rivedere l’accesso alla professione ed in particolare di riconsiderare il valore dell'esame di Stato. L’ultima proposta viene dal Consiglio Nazionale Forense e dall’OUA ( Organismo unitario dell'avvocatura ): dare valore abilitante ai diplomi di specializzazione. L’Esame di Stato è da tempo al centro di accesi dibattiti professionali. A seconda dei casi si dimostra fortemente selettivo o talmente superficiale da ridursi ad una pura formalità. A questo si aggiunge l'annoso problema delle sperequazioni territoriali che portano spesso i laureati a trasferirsi in altre città dove ritengono vi siano commissioni d'esame più disponibili. Un serio tirocinio presso strutture private della durata di due o tre anni, che preveda anche un riconoscimento economico per il lavoro svolto può essere una maggior garanzia di preparazione professionale ma non può sostituire l'esame di Stato. Ecco allora l’idea del Consiglio nazionale forense di modificare l’accesso alla professione. Il sottosegretario alla Giustizia, Michele Vietti, ha subito replicato: “ Le scuole universitarie di specializzazione e quelle organizzate dagli Ordini avranno anche difetti ma hanno il pregio di esistere. Per questo dobbiamo porci il problema di che cosa fare per renderle più funzionali non solo per la formazione, ma anche per la selezione e l'accesso alla professione. Non credo però che possano sostituire l'esame di Stato." Vietti non ritiene quindi praticabile l'ipotesi di attribuire valore abilitante al diploma delle scuole di specializzazione.