ORDINI IN PIENA AUTONOMIA
Entro febbraio la riforma degli ordini professionali sarà compiuta. Lo aveva garantito il sottosegretario alla Giustizia Michele Vietti a fine anno, ipotizzando che la Commissione incaricata di elaborare un progetto di riforma delle professioni ordinate non stravolgesse la bozza di partenza (CUP/Paparo). E giovedì prossimo la promessa potrebbe dirsi mantenuta. Gli Ordini che scaturiranno dalla riforma rappresenteranno “tutta la comunità di iscritti a livello nazionale” e quindi avranno la rappresentanza istituzionale delle professioni, articolandosi in Consiglio Nazionale e di organi territoriali. Secondo la riforma sono i singoli ordinamenti provinciali a decidere in che modo strutturare la rete territoriale e a stabilire, a seconda del numero degli iscritti e delle esigenze di rappresentanza, se dare vita a ordini provinciali, regionali, oppure ad entrambi. Tra gli obblighi previsti, la legge introduce quello di tirocinio e di aggiornamento. Il tirocinio potrà durare due tre o quattro anni a seconda dell’attività e delle specificità professionali e potrà sostituire una delle prove, pratica od orale, dell’esame di stato. Gli ordini ambiscono a controllare il più possibile l’attività di formazione e di aggiornamento dei propri iscritti, un ruolo a cui aspirano anche le associazioni professionali. Sarà nella riunione di giovedì prossimo che la Commissione Vietti scioglierà quest’ultimo nodo.(fonte ItaliaOggi)
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