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PROFESSIONI IN EUROPA: E’ TROPPO PRESTO

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Ancor prima che gli stati europei riconoscano reciprocamente i titoli professionali, l’UE deve inserire nella sua Carta Costituzionale una norma che definisca ruolo e funzioni delle professioni. E’ questa secondo Maurizio De Tilla, presidente delle casse private dei professionisti, la vera priorità sul futuro delle professioni in Europa. La sua audizione di ieri a Bruxelles, all’interno del Parlamento europeo si è basata sulla richiesta di una completa omogenizzazione dei principi che regolano le professioni in Europa. Per far questo potrebbe rendersi necessario, secondo De Tilla un rinvio della direttiva che prevede il muto riconoscimento dei titoli professionali all’interno degli stati della UE. L’urgenza del mercato, dunque non può compromettere l’esigenza di verificare il sistema delle garanzie all’utente. Stefano Zappalà, deputato europeo relatore della direttiva in questione, non ha smentito De Tilla. La CONSILP Conf-professioni ha chiesto che la commissione giuridica europea chiarisca come l’UE intenda proteggere il cittadino consumatore da potenziali scadimenti della qualità delle prestazioni professionali dovuti ad una competizione non regolamentata. Al riguardo, si era già espresso il Ministro per le politiche comunitarie Rocco Buttiglione, che al congresso degli ingegneri di metà settembre aveva ribadito che l’Italia si opporrà al modello anglosassone e manterrà il sistema ordinistico dei paesi latini.