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BSE:886 CASI IN EUROPA DA INIZIO ANNO

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Nonostante i dati appaiano incoraggianti, l'Ue non intende abbassare la guardia. La situazione generale non consente di farlo, ma l’Italia può leggere l’ultimo rapporto sulla Bse messo a punto dalla Commissione di Bruxelles ricavandone qualche incoraggiamento: il rapporto evidenzia un calo del 30% rispetto allo scorso anno. Il dato, reso noto da Direttore Generale Romano Marabelli, si riferisce ai 16 casi di BSE registrati dall’inizio di quest’anno contro i 50 del 2001. Sull'evoluzione del morbo nell'Unione, dal rapporto di Bruxelles emerge che nei prime cinque mesi di quest'anno, solo in Irlanda e in Spagna si denota una tendenza all'incremento dei casi di Bse rispetto al 2001, mentre il numero di focolai appare stabilizzarsi in Germania e in Francia e ridursi , oltre che in Italia, in Portogallo e nella stessa Gran Bretagna. Al di fuori delle frontiere dell’Unione inoltre sono stati individuati otto casi in Svizzera, quattro in Slovacchia e rispettivamente uno in Giappone, in Slovenia e in Polonia. In particolare la Polonia, da cui l'Italia importa ogni anno circa 250mila vitelli, ha immediatamente reso noto "di aver applicato tutte le misure cautelari in vigore nell'Ue". Risale a giugno l'accertamento di un primo caso di mucca pazza in Israele. Dal bilancio dei primi mesi di test effettuati quest'anno, emerge già che in 114 casi la Bse è stata scoperta in bovini che apparivano in perfetta salute e che fino al dicembre 2000 sarebbero finiti nella catena alimentare, mentre ora sono stati distrutti. Negli altri animali risultati positivi ai test anti-Bse, il segno della malattia era apparente o comunque si trattava già di capi a rischio. Intanto i servizi del commissario europeo per la Sanità, David Byrne, stanno raccogliendo e valutando una serie di dati provenienti da tutti i paesi Ue per verificare se effettivamente si sta rispettando l'obbligo di eliminare le farine di origine animale nei mangimi, considerate il primo veicolo della diffusione del morbo.