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TROPPI PROFESSIONISTI

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21.197 veterinari, di cui più o meno 15.000 svolgono attività privata. Questa è la situazione del nostro paese, una situazione che in Europa trova analogie soltanto con la Spagna. Il CENSIS nel riportare i dati delle diverse categorie professionali ripartiti per regione evidenzia lo squilibrio che esiste in molti settori professionali fra numero di iscritti agli Ordini e possibilità di lavoro e che porta a situazioni di disoccupazione e sottoccupazione. Un altro aspetto che viene sottolineato dalla ricerca è la forte crescita di professionisti nel sud del paese con squilibri, per alcune categorie, veramente senza giustificazione. Per il settore veterinario continua al contrario ad esserci una forte concentrazione nelle regioni del nord. Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia R. hanno circa il 50% degli iscritti agli ordini e del resto la piccola Umbria ha più veterinari della Calabria: 672 e 630. Il sud del paese è già molto cresciuto nel nostro settore in termini qualitativi e questo porterà certamente anche ad una crescita numerica dei professionisti di pari passo con quella economica, culturale ed animalista del territorio. Per i prossimi anni, considerando il numero medio annuo di laureati in veterinaria, gli iscritti agli ordini dovrebbero arrivare a 30.000 in 12/13 anni. Un numero che non ha alcuna giustificazione con le future possibilità di lavoro e con le prospettive di sviluppo del settore zootecnico. Tutto questo senza contare che fra tre anni arriveranno sul mercato del lavoro i primi laureati iunior ( lauree brevi triennali ) e che la tendenza del settore pubblico è quella di contenere i costi riducendo i dipendenti veterinari a favore di convenzioni con veterinari privati o con l'assunzione di professionisti con qualifiche meno onerose.