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FNOVI SU BSE

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Il 16 febbraio scorso, la FNOVI ha indirizzato al Ministro della Salute Gerolamo Sirchia una lettera in cui sono riportate alcune proposte di soluzione al problema BSE. Le premesse sono date dal ruolo centrale della veterinaria nel contenimento della patologia e nella riduzione del rischio e dalla “necessità prioritaria per il consumatore di avere la certezza che quanto viene fatto ha un carattere scientifico rigoroso, senza dover assistere a confuse esternazioni, utili solo a battere la grancassa della mucca pazza”.
Le iniziative che la FNOVI suggerisce di intraprendere sono: semplificare e razionalizzare le procedure di intervento, in allevamento, nel corso di segnalazione di casi sospetti, garantendo così la possibilità di un’analisi scrupolosa dei fattori di rischio; ridisegnare una rete di epidemio-sorveglianza che parta dalla effettiva attuazione dell’anagrafe bovina, approntata unicamente dai veterinari; individuare una nuova figura di veterinario aziendale che, alla stregua di un medico di famiglia integrato nel territorio, sia in grado di essere un tramite qualificato tra allevatori e strutture sanitarie pubbliche, a reale garanzia del consumatore; migliorare un processo formativo a vari livelli negli IIZZSS, nelle AASSLL tra i liberi professionisti, così come nelle scuole e nella società per una formazione che renda ciascuno più consapevole, rispetto al tema della sicurezza alimentare. In conseguenza di ciò scaturirebbe un processo educativo da affidare al veterinario in quanto unico interprete di una realtà che parte dal “campo” e arriva alla “tavola”; individuare, infine, le risorse economiche necessarie e sviluppare progetti di ricerca che consentano di migliorare le conoscenze scientifiche su questa patologia, al fine di garantire in prospettiva la possibilità di conseguire più efficaci misure di profilassi nell’interesse del Cittadino-consumatore.