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BSE E INCHIESTE: LO SFOGO DI CASTIGLIONE

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“Se allora qualcuno avesse provveduto – come noi chiedemmo più volte al Ministero della Sanità – a comprare per una ventina di milioni quelle bestie, le mucche sarebbero state controllate e forse la ragazza di Menfi forse oggi sarebbe sana e potrebbe vivere tranquilla”. Francesco Castiglione, il medico veterinario di Trapani che nel 1994 scoprì in Italia il primo capo affetto da BSE, lavora all’Istituto Zooprofilattico di Palermo. Da qui rilancia le sue accuse e ricorda: “Fui chiamato da Agostino Lentini, proprietario di un allevamento di vacche a Castellammare del Golfo. Due bestie erano morte improvvisamente, altre due stavano male Visitai le mucche, feci una diagnosi e proposi una terapia, ma senza successo. A quel punto erano passati dieci giorni e con il proprietario decidemmo di sacrificare una mucca e di prelevare il cervello per farlo analizzare. Lo spedimmo a Torino al Centro di Referenza nazionale allora diretto dal professor Rosmini. Il mio sospetto fu confermato, quella mucca era affetta da BSE. E così un’altra che nel frattempo era stata inviata al mattatotio di Alcamo, la cui carne e carcassa furono distrutte. Segnalammo subito il caso al Ministero della Sanità che il 27 ottobre del 1994 convocò me ed il direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Palermo. C’erano altri esperti e fu subito chiaro che avevamo in mano una bomba che bisognava subito disinnescare”. Sequestrati presso l’azienda delproprietario, dei capi persero le tracce. Lentini, oggi in carcere per scontare reati per omicidi di mafia, a domanda rispose: “Da circa una settimana i bovini non sono più in azienda in quanto, essendo ammalato, non potevo accudirli e quindi li ho abbandonati al loro destino e non so più che fine hanno fatto”.