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BUONE PRATICHE E CERTIFICAZIONE

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Il Codice delle Buone Pratiche Veterinarie passerà attraverso la certificazione. E’ l’orientamento prevalente secondo Pierre Choraine della FVE ( Federation of Veterinarians of Europe). L’attuale Draft Code elaborato dalla FVE sulle buone pratiche veterinarie (Good Veterinary Practice - GVP) è aperto alla libera consultazione di tutte le organizzazioni veterinarie europee interessate ad inviare contributi e osservazioni sui contenuti e sui principi che ispirano questo testo di partenza. Per il momento, l’obiettivo di questa fase di consultazione -che si concluderà il 28/02/2002 - è di arrivare ad una definizione unitaria a livello europeo di ciò che si deve intendere per “esercizio professionale secondo buone pratiche”. Successivamente, la FVE discuterà con le organizzazioni aderenti, anche sulla base delle indicazioni recepite dai singoli paesi, come si dovrà applicare il Codice e come dovrà essere adottato dalla categoria. Secondo Pierre Choraine, l'adozione del Codice verrà inserita all'interno dei requisiti utili a conseguire la certificazione. Improbabile, del resto, l'imposizione per legge o direttiva europea del codice in sè. “Il Codice, infatti, - ha dichiarato Choraine all’ANMVI- è principalmente nato da esigenze di sicurezza alimentare. I grandi gruppi di distribuzione alimentare internazionali acquisteranno sempre più in prospettiva solo da aziende di produzione alimentare certificate, al cui interno sia previsto il controllo veterinario sulle produzioni alimentari e quindi l'adozione da parte di questi veterinari di un codice di BP. E’ stata proprio la sicurezza alimentare la spinta per il Codice”. E per il liberi professionisti? “ Il Codice sarà un "marketing tool" ha precisato Choraine, uno strumento che, inserito nei requisiti da mostrare ai fini della certificazione, innalzi la qualità del servizio prestato al cliente. Sarà dunque importante sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza della certificazione.