La Conferenza Stato Regioni, nell'assegnare alle Regioni l'ECM(documento siglato il 20 dicembre scorso), rivelerebbe, secondo i medici "l'intenzione neo-centralista regionale di sovrintenderee a tutto, compresa la qualità dell'atto medico".
Operativamente le Regioni potrebbero provvedere all'analisi dei bisogni formativi, l'individuazione degli obiettivi formativi, l'accreditamento delle iniziative, la gestione di una "anagrafe" regionale dei crediti, con verifica delle ricadute delle attività formative svolte sull'attività del porofessionista.
E' invece auspicabile, secondo i medici, che siano gli Ordini ad assumere un ruolo protagonista, per garantire l'uniformità della formazione su tutto il territorio nazionale. Timori anche per le risorse finanziarie a disposizione delle regioni: " la giusta obbligatorietà della formazione per tutti i professionisti,finalizzata al miglioramento della qualità delle prestazioni non può essere vanificata da problemi di finanziamento" ha dichiarato Del Barone, presidente della Federazione dei medici.