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AUDIZIONE IN SENATO

Esotici, dibattito in Senato sulla lista positiva

Esotici, dibattito in Senato sulla lista positiva

Esotici e selvatici da vietare oppure "da compagnia". Le Commissioni Agricoltura e Sanità del Senato si sono confrontate con la complessità della materia e con le difficoltà attuative. Audizioni di FNOVI, ANMVI e SIVAE sullo schema di decreto riguardante la fauna selvatica ed esotica. Dalla nuova legge europea per la sanità animale alle liste negative e positive delle specie. (VIDEO)

Sull'Atto 383 (Esotici e Selvatici) le Commissioni riunite Agricoltura e Sanità del Senato hanno ascoltato nel primo pomeriggio le sigle veterinarie FNOVI, ANMVI e SIVAE. Il provvedimento ha suscitato l'interesse dei Senatori soprattutto in riferimento all' articolo 5 che rinvia ad una elencazione di specie animali detenibili a scopo privato in quanto "da compagnia". Nel testo inviato dal Governo alle Camere, la lista è intesa come "positiva" e "in deroga" alle specie vietate dall'articolo 3 (animali vivi selvatici ed esotici prelevati dal loro ambiente naturale e gli ibridi) e dall'articolo 4 (specie pericolose per la salute, l'incolumità pubblica o per la biodiversità).

Il principio secondo il quale "tutto ciò che non è vietato è consentito" non è alla base dell'Atto 383 che, all'articolo 5, chiede una esplicita elencazione di specie selvatiche ed esotiche considerabili da compagnia, la cui detenzione, commercializzazione e importazione è legalmente consentita. Una white list, di cui si discute da almeno dieci anni nell'Unione Europea, e che il Regolamento 2019/426 concretizza- per la prima volta nella normativa unionale- nella Parte B dell'Allegato 1. Ma con l'Atto 381, il Governo italiano chiede di entrare più nel dettaglio e di precisare le specie "da compagnia" con decreto del Ministero della Salute, di concerto con il Mite e sentito l'ISPRA.

Il dibattito nazionale riflette le divisioni in sede europea, tra favorevoli e contrari. Tra i primi vi sono coloro che non ritengono sufficiente limitarsi ad una elencazione di specie vietate. Tra i secondi coloro che ritengono complicato se non impossibile redigere un elenco scientificamente sorretto e potenzialmente discriminatorio per le specie animali già legalmente possedute come "pet". La differenza di approccio si è riproposta anche fra i Senatori delle Commissioni Agricoltura e Sanità, con domande tese a comprendere come procedere, concretamente, ad una elencazione.

La FNOVI, in audizione con la consigliera Carla Bernasconi, si è detta favorevole ad una lista positiva "proprio per non penalizzare gli animali che già stanno nelle famiglie". Per FNOVI la stesura di una lista positiva richiederebbe più tempo rispetto ai 30 giorni indicati dall'Atto 383 e sarebbe l'occasione per una regolamentazione "imprescindibile" sul possesso responsabile e sulla tracciabilità sanitaria degli animali che vivono nelle case italiane.

Il Presidente dell'ANMVI, Marco Melosi, condivide i divieti indicati nel decreto: non possono essere considerati "da compagnia" gli animali prelevati in natura, quelli pericolosi o invasivi. Per quelli che lo sono servono regole di tracciabilità, identificazione e certificazioni veterinarie, affinchè rientrino in quel grado di rischio "irrilevante" che il regolamento europeo richiede agli animali detenuti a scopi privati nelle abitazioni. Ma andare oltre l'elencazione europea e redigere una lista positiva "non è così semplice"- afferma.

Se ci sono su quali basi scientifiche e sanitarie andrebbe redatta una lista positiva? Si tratta di analizzare "caso per caso" secondo Bernasconi che cita la recente regolamentazione del maialino vietnamita detenuto a scopo non alimentare. Guardando alle specie non convenzionali, diverse dal cane e dal gatto, il Presidente Melosi risponde che i Medici Veterinari non registrano particolari problematiche sanitarie e che sono sempre più numerosi i Colleghi che si dedicano alla medicina veterinaria di queste specie, un ambito professionalmente in crescita, "ma non è questo che ci spinge verso le nostre posizioni"- puntualizza Melosi.

Per Stefano Cusaro, Presidente della SIVAE (Società italiana Veterinari per Animali Esotici) la difficoltà di una lista positiva è scientifica. Cusaro ha messo in luce l'evoluzione scientifica e clinica della medicina veterinaria: "Anche questi animali, soprattutto qui in Italia, possono godere di un’assistenza medico veterinaria specializzata, ben distribuita sul territorio nazionale atta a garantirne prevenzione, profilassi, clinica, chirurgia e diagnostica di alto livello, al pari dei più convenzionali cane e gatto. E’ curioso sapere che anche ad un criceto o ad un pesce è possibile fare una tac".
Per SIVAE, "uno degli aspetti più positivi, di questo atto di governo, è l’innalzamento allo status di animale da compagnia" di specie che prima venivano definite in negativo "non convenzionali o non tradizionali" e che ora il regolamento europeo definisce "da compagnia".

"Noi crediamo che l’unica lista unionale praticabile sia la parte B dell’Allegato I del Regolamento 2016/429"- ha dichiarato Cusaro riconoscendosi nel parere dell’ECZM (European College of Zoological Medicine) che "evidenzia molto bene la criticità che si incontra nel redigere liste positive e soprattutto, la mancanza di evidenzia scientifica su come farle e su come farne uso". L'alternativa sono le regole di gestione: "requisiti minimi di mantenimento associati ad una sorta di certificazione abilitativa per chi vuol mantenere le specie non convenzionali".

In chiusura, le Commissioni hanno chiesto di acquisire la documentazione citata dal Presidente Cusaro a proposito dei centri di recupero di fauna selvatica ed esotica. Anche questi centri, ha ricordato il Presidente della SIVAE ,dovranno essere censiti e regolamentati dal punto di vista sanitario. Linee guida al riguardo erano state proposte da ANMVI e SIVAE in collaborazione con il WWF già nei primi anni Duemila. Successivamente, nel 2017, anche il Ministero della Salute ha proposto interventi strutturali di vigilanza e assistenza veterinaria, indicando questi "centri speciali", come portatori di "potenziali rischi sanitari".