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RAPPORTO ISS COVID-19

Covid-19 e pets, ISS: preparedness e prevenzione

Covid-19 e pets, ISS: preparedness e prevenzione

Il 16° Rapporto su COVID-19, pubblicato oggi dall'Istituto Superiore di Sanità, è tutto dedicato agli animali da compagnia. L'ISS affronta la questione della suscettibilità al virus SARS-CoV-2. Indicazioni di preparedness e di prevenzione ai medici veterinari, al personale sanitario e a chi si prende cura di animali da compagnia in questo contesto epidemico. Cosa potremo sapere con il contributo della sorveglianza epidemiologica veterinaria

L’epidemia di COVID-19 si diffonde per contagio inter-umano, tuttavia la segnalazione di alcuni episodi di trasmissione del virus dai proprietari infetti ai loro animali, unitamente ad evidenze derivanti da infezioni sperimentali, hanno recentemente sollevato "la questione della suscettibilità degli animali da compagnia a SARS-CoV-2".  La affronta l'Istituto Superiore Sanità nell'ultimo Rapporto pubblicato oggi, a cura del Gruppo di lavoro di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare.

"La possibilità del loro contagio, sebbene considerata un’evenienza rara, richiede l’applicazione di precauzioni finalizzate a minimizzare tale rischio, a tutela degli animali e di coloro che se ne prendono cura"- scrive l'ISS.
In un’ottica di preparedness e prevenzione e attraverso un approccio One-Health, il Rapporto vuole contribuire a fornire elementi conoscitivi e indicazioni ad interim a tutti coloro che si prendono cura della gestione sanitaria degli animali da compagnia nell’attuale contesto epidemico.

I destinatari  sono gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale (medici, veterinari, biologi, assistenti sanitari) e veterinari liberi professionisti che a vario titolo e ruolo sono coinvolti nell’assistenza sanitaria degli animali da compagnia e nella attività di sanità pubblica veterinaria. Il rapporto fornisce informazioni e raccomandazioni utili anche a tutti coloro che si occupano dell’accudimento degli animali da compagnia

Cosa potremo sapere con il contributo della sorveglianza epidemiologica veterinaria- La sorveglianza epidemiologica veterinaria dovrebbe articolarsi in modo tale da permettere la raccolta di osservazioni cliniche e informazioni diagnostiche su SARS-CoV-2, negli animali da compagnia consideratipotenzialmente a rischio di infezione.

Sul piano epidemiologico contribuirebbe ad acquisire informazioni utili a caratterizzare il rischio negli animali da compagnia e a documentare i quadri clinici nelle specie colpite.

- Per la sorveglianza di SARS-CoV-2 negli animali da compagnia è indispensabile una stretta collaborazione tra le numerose figure coinvolte nel loro accudimento, cura e tutela sanitaria: proprietari degli animali e associazione di volontariato, veterinari liberi professionisti, Servizi Veterinari e altre figure operanti nei Dipartimenti di prevenzione delle ASL, laboratori diagnostici degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali e Dipartimenti di Medicina Veterinaria delle Università. Occorre promuovere e sostenere attivamente questa collaborazione, per favorire la raccolta dei dati, la loro analisi e la loro condivisione.
- È importante raccogliere informazioni non solo sui riscontri diagnostici per SARS-CoV-2, ma anche sui fattori di rischio che potrebbero aver facilitato l’esposizione degli animali al virus.
- La raccolta dei dati dovrebbe essere tempestiva e rappresentativa dell’intero territorio nazionale per evitare valutazioni frammentarie e parziali. I dati sulla sorveglianza di SARS-CoV-2 negli animali da compagnia dovrebbero essere resi pubblici tempestivamente e le valutazioni epidemiologiche rilasciate periodicamente.
- L’analisi dei dati di sorveglianza negli animali dovrebbe essere effettuata in un quadro di collaborazione e integrazione fra il settore medico e veterinario che permetta l’analisi comparativa rispetto alle tendenze epidemiologiche nell’uomo. È bene sottolineare che la raccolta delle informazioni non deve, dunque, limitarsi ai soli riscontri ‘positivi’ (casi d’infezione da SARS-CoV-2) ma dovrebbe comprendere anche i riscontri negativi, il cui contributo permette di ottenere stime quantitative del rischio.

In conclusione-  Ridurre l’incertezza sulla caratterizzazione del rischio SARS-CoV-2 negli animali da compagnia consentirà di formulare raccomandazioni più efficaci e di adeguare le misure di gestione del rischio COVID-19 con un approccio One-Health. Seguendo un criterio di rischio, la sorvegliapdfnza epidemiologica negli animali da compagnia dovrebbe concentrarsi sui soggetti esposti a persone affette da COVID-19, in particolare su quei soggetti che sviluppano malattia clinica e sugli animali morti. Per poterla realizzare, occorre una stretta e attiva collaborazione tra tutte le figure coinvolte nell’accudimento, cura e tutela sanitaria degli animali.

 Rapporto ISS COVID-19 n. 16/2020

Rapporto_ISS_COVID-19_n._16_2020_animali_1.pdf2.16 MB