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ORDINANZE IN SCADENZA

Covid-19, Regioni: alleggerimento o revoca dal 1 marzo

Covid-19, Regioni: alleggerimento o revoca dal 1 marzo
Lombardia e Veneto stanno valutando se prorogare o meno le ordinanze restrittive in scadenza al 1 marzo. Saranno scelte "scientifiche" dichiara Fontana. Zaia possibilista per la revoca. Anche il Friuli è intenzionato ad allentare la stretta. Sulla stessa lunghezza d'onda il Piemonte: "Vogliamo tornare alla normalità".


La Regione Friuli Venezia Giulia sta valutando la possibilità, alla scadenza il primo marzo dell'attuale ordinanza per contrastare la diffusione del coronavirus, di non prorogare ulteriormente il provvedimento o, in alternativa, di farlo in una maniera meno restrittiva. La decisione finale, però, sarà presa soltanto prossimamente e sulla scorta dell'evoluzione della situazione e ovviamente dell'interlocuzione con il Ministero della Salute.

Anche il presidente della regione Lombardia, Attilio Fontana, prevede di decidere prossimamente “se prorogare o modificare la prima ordinanza perché solo allora potremmo trarre dei dati. Decideranno i nostri esperti. Non saranno certo scelte nate né da valutazioni politiche né nate da valutazioni emotive, ma saranno scelte rigorosamente scientifiche per il bene della nostra popolazione".

Mentre il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, pensa che “l'ordinanza debba essere revocata", e aggiunge: "Oggi in Veneto abbiamo un incremento dei contagiati che è minimale, una decina di casi in più, di cui più della metà asintomatici e gli altri non sono gravi". Per Zaia "non c'è quindi questo picco esponenziale che giustifichi" il mantenimento delle misure previste nell'ordinanza in vigore fino all'1 marzo. "Spero che a livello nazionale si decida di revocare quel minimo di ordinanze che è stato fatto". Per Zaia "si tratta di una pandemia mediatica che vive sui social. E ricordo che in Veneto nessuna attività commerciale è stata bloccata. Il Veneto non è bloccato".

Anche il presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, sta valutando “con grande attenzione" la questione, "perché vogliamo tornare al più presto alla normalità", e crede "ci siano le condizioni per farlo, ma mettendo al primo posto la sicurezza delle persone”.

Quanto al decreto legge varato d'urgenza dal Consiglio dei Ministri, è iniziata in Parlamento la discussione sulla conversione in legge. A Montecitorio sono state apportate modifiche.
Se non sarà approvato dalla Camera e dal Senato, il provvedimento decadrà al termine dei 60 giorni successivi alla sua entrata in vigore, il 23 febbraio scorso.

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