I Ministri della Giustizia e dell'Interno chiariscano che non può essere multato il Veterinario che violi il codice della strada per "stato di necessità". Lo chiedono due interrogazioni presentate in Senato. Il Codice della Strada tutela l'animale, a maggior ragione quando è il Medico Veterinario a doverlo raggiungere in emergenza.
Al riguardo "non vi è dubbio", secondo la Senatrice
Loredana De Petris (Liberi e Uguali) e la senatrice di Forza Italia
Gabriella Giammanco che hanno presentato due distinte interrogazioni, di pari contenuto, al Guardasigilli
Alfonso Bonafede e al titolare degli Interni
Matteo Salvini.
Entrambe le iniziative parlamentari prendono le mosse dalla sentenza della Cassazione che, a marzo di quest'anno, dava ragione al Viminale, confermando la multa a un Medico Veterinario che, "commettendo varie infrazioni, guidava verso il proprio paziente", un cane “affetto da osteosarcoma in fase terminale”.
La sentenza della Cassazione - secondo le interroganti - non tiene conto della
ratio del Codice della Strada che, a fini di tutela animale, ammette che un privato possa derogare ai limiti (ad esempio di velocità) per trasportare un animale in "stato di necessità". Una
ratio "del tutto assimilabile" a quella del Veterinario che - pur non trasportando sul proprio mezzo l'animale- debba raggiungerlo per assicurargli cure d'emergenza. Per analogia, la deroga si applica "anche al caso del veterinario che si stia affrettando per prestare le cure a un animale che si trova in stato di necessità".
La richiesta delle Senatrici De Petris e Giammanco ai Ministri Bonafede e Salvini è di "diffondere una nota chiarificatrice su questa materia, al fine di rendere l'applicazione della normativa in vigore a tutela degli animali chiara ed efficace", anche in considerazione del fatto che l'attenzione del legislatore è rivolta verso la tutela della salute e della vita dell'animale.
E dunque, già oggi si può ritenere la condotta del Medico Veterinario esclusa da responsabilità e sanzioni amministrative.
L'interpretazione della norma, avanzata dalle interroganti è stata
adottata da alcuni Giudici di Pace, proprio basandosi sulla definizione di
"stato di necessità", una definizione che venne a suo tempo fornita al Legislatore dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) che ha più volte
fatto notare l'incomprensibile e
paradossale incongruenza del riformato Codice della Strada.
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