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LEGAMBIENTE

Racket animale nel Rapporto Ecomafia 2018

Racket animale nel Rapporto Ecomafia 2018
Legambiente: la lotta agli eco criminali deve essere una priorità inderogabile per tutti. Il 2017 ha chiuso con un bilancio di 7.008 reati ai danni degli animali. Il presidente Ciafani chiede un ddl a favore di fauna e flore protette e sanzioni più dure nel Codice Penale. Dati del Ministero della Giustizia nel rapporto Ecomafia 2018.

Il Governo, il Parlamento e ogni istituzione pubblica. Ma anche le organizzazioni sociali, economiche e politiche. "Ognuno deve fare la sua parte, responsabilmente". Legambiente archivia il 2017 come uno dei peggiori: "Mai nella storia del nostro Paese sono stati effettuati tanti arresti per crimini contro l’ambiente" dichiara l'associazione ambientalista pubblicando una sintesi del Rapporto Ecomafia 2018.

Nonostante tutto, l'anno scorso sono state emesse 538 ordinanze di custodia cautelare per reati ambientali  (139,5% in più rispetto al 2016), grazie alla Legge 68. "Un risultato importante sul fronte repressivo", che emerge dai dati forniti a Legambiente dal Ministero della Giustizia.

Racket animale -  Il fatturato dell’ecomafia (14,1 miliardi) registra una crescita del 9,4%, dovuta soprattutto alla lievitazione nel ciclo dei rifiuti, nelle filiere agroalimentari e nel racket animale. Solo nel settore degli animali- una delle 6 macro aree del rapporto (insieme a cemento, rifiuti, archeomafia e incendi) -  si sono contati 7.008 reati, 6.083 denunce, 24 arresti e 2017 sequestri. Se il 2017 è l’anno del rilancio delle inchieste contro i trafficanti di rifiuti - il  settore in cui si  concentra la percentuale più alta di illeciti (24%)- i delitti contro gli animali e la fauna selvatica arrivano subito dopo con una percentuale del 22,8%.

Fra le proposte di Legambiente, c'è quella di approvare il disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette inserendo – all’interno dello stesso nuovo Titolo VI bis del Codice penale – un nuovo articolo che prevede sanzioni veramente efficaci (fino a sei anni di reclusione e multe fino a 150.000 euro) per tutti coloro che si macchiano di tali crimini.

Il presidente di Legambiente Stefano Ciafani: "Contiamo sul contributo del ministro dell’ambiente Sergio Costa e sulla costruzione di maggioranze trasversali per approvare altre leggi ambientali di iniziativa parlamentare come avvenuto nella scorsa legislatura. Noi lavoreremo perché tutto questo avvenga nel più breve tempo possibile".

Sintesi del Rapporto Ecomafia 2018