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IL DIBATTITO SUL COMPENSO

Professionisti stretti fra concorrenza e liberalizzazioni

Professionisti stretti fra concorrenza e liberalizzazioni
Ponendo la fiducia sulla prima legge nazionale sulla concorrenza, il Governo chiama le professioni ad una maggiore trasparenza, nei confronti del cliente, sui compensi e sulle qualifiche. Nelle stesse ore il Ministro Poletti riceve il CUP, che chiede un ripensamento sulle liberalizzazioni introdotte dalla Legge Bersani.
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Le accuse rivolte al ceto dei professionisti di resistere alle liberalizzazioni animano il dibattito parlamentare sul DDL Concorrenza - che quasi certamente vedrà la luce senza modifiche alle norme sui compensi e i titoli professionali. Con la fiducia posta questo pomeriggio dall'Esecutivo- e al netto dei temi più scottanti (Uber e le Farmacie)-  i professionisti iscritti agli Ordini dovranno comunicare, in nome della concorrenza, il preventivo in forma scritta e dichiarare al cliente i titoli e le specializzazioni possedute.

Ma contro le liberalizzazioni dei compensi professionali- e contro l'abolizione delle tariffe minime- si sono scagliati poche ore prima i professionisti del CUP (Comitato unitario delle professioni)che hanno incontrato il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti per chiedere che con il Jobs Act vengano individuati "corrispettivi economici idonei a costituire un efficace strumento di orientamento per i committenti e per i professionisti", nel rispetto - fa notare la presidente Marina Calderone -proprio "dei principi di libera concorrenza".

Insieme al  coordinatore delle Rete delle professioni tecniche, Armando Zambrano, il Cup ha fatto notare che le liberalizzazioni di Bersani del 2006 (divieto di adottare tariffe minime vincolanti) hanno concorso ad esporre i ceti professionali italiani "alla mercé di soggetti contrattualmente più forti, in grado di imporre clausole vessatorie".

Il Jobs Act dei Lavoratori Autonomi, attualmente all'esame del Parlamento, aveva previsto- nella prima stesura del Sen Maurizio Sacconi- di individuare per i professionisti dei parametri tariffari. Un passaggio decaduto nelle successive fasi dell'iter. Alle professioni- dopo la seconda lenzuolata liberalizzatrice portata dalla Riforma Monti- è stata data la possibilità di individuare per legge i parametri tariffari di liquidazione giudiziale, in caso di contenzioso con il cliente. Il decreto parametri- adottato l'anno scorso per la professione veterinaria- potrebbe rappresentare un punto di partenza equilibrato fra spinte uberistiche accelerate e di resistenza alla deregulation totale. Ed anche per arginare il fenomeno delle gare pubbliche al ribasso.

A risollevare le tariffe dal discredito in cui le aveva confinate l'Antitrust nazionale, si è recentemente alzata la voce della Corte di Giustizia Europea con una sentenza che ha dichiarato la loro legittimità quando connessa a ragioni di pubblico rilievo e interesse.
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