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XVII CONGRESSO ANMVI

Marabelli: la veterinaria riparta dai fondamentali

Marabelli: la veterinaria riparta dai fondamentali
"Non saremo noi a cambiare la situazione generale, ma potremo dare il nostro contributo: partecipando". Al Segretario Generale del Ministero della Salute, Romano Marabelli, le conclusioni del XVII Congresso Nazionale ANMVI. Due giornate intense, fra "meccanismi anti-sistema" e casalinghe di Voghera in TV.

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"Da un lato ci sono bisogni di sanità infiniti e dall'altro risorse-sia economiche che scientifiche- finite. Bisogna avere il coraggio di cominciare a dire: non è possibile”. E' il Segretario Generale del Ministero della Salute Romano Marabelli a fare la sintesi di due giornate di lavori congressuali intitolate "La Veterinaria alla Veterinaria- Strategie contro il declino delle competenze"; da sabato 10 dicembre, la dirigenza nazionale e regionale dell'ANMVI -riunita nelle sale di Palazzo Trecchi, a Cremona- ha messo i problemi sul tappeto, preparando il terreno agli interventi di domenica 11.

Nelle sue conclusioni, Marabelli ha messo l'accento sull'essere "classe veterinaria dirigente" in un contesto in cui "tutta la classe dirigente del Paese ha perso credibilità". Dalla maestra al notaio, le professioni hanno perso quell'autorevolezza che si basa su un rapporto autenticamente "fiduciario". Il recupero della credibilità è decisivo in uno scenario inedito e complesso: sono in atto "meccanismi anti-sistema, situazioni centrifughe e anarchiche"- ha detto Marabelli- che richiedono "punti di riferimento che rimettono le cose a posto e che hanno il potere per farlo".

Perchè in TV l'arbasiniana "casalinga di  Voghera" viene considerata un punto di riferimento più del professore universitario? "Non ha interessi apparenti", spiega Marabelli, che insiste sulla necessità di riposizionarsi nei confronti di una società che chiede benessere animale, che ha il diritto di fare le proprie scelte, ma che non deve dubitare del ruolo di protezione svolto dalla Veterinaria.

La Veterinaria, "come classe dirigente, faccia sintesi su ciò che può e sa fare, partendo dai fondamentali". Il primo è il recupero delle competenze che ha già, ma "non con la mentalità  degli anni passati". Le professioni "stanno sul mercato se si legano ad un forte aspetto professionale, se sanno stare in un sistema complesso e se sanno spiegare le proprie funzioni, con la capacità di "accompagnare il produttore a comprendere cosa c’è da fare e perché". 
Marabelli si rivolge alla platea da Veterinario: "Noi dobbiamo gestire ed essere i garanti di questo processo". Non dobbiamo essere considerati "dei voucher a ore".

L'apice della sua forza la Veterinaria pubblica l'ha avuta all'inizio degli anni Novanta, sulla base di un ruolo che le è stato dato dalle norme europee.  Questo è stato il punto di partenza dal quale "abbiamo costruito la storia degli ultimi 25 anni", ma nel frattempo "gli altri non sono stati fermi e, negli ultimi dieci anni, altre professioni sono diventate più aggressive".
Quale sistema vogliamo? Fra gli opposti sistemi anglosassone e del Sud Europa,  l'Italia potrebbe superare l'empasse dell'attuale modello di reclutamento, bloccante e  chiuso al ricambio generazionale, con l'ingresso diretto nel sistema della sanità pubblica di un laureato da specializzare in una seconda fase, sulla base delle esigenze del sistema stesso.
Ancor prima però si dovrebbe lavorare sull'orientamento e sulla formazione universitaria, superando le "macrocefalie" che sbilancianoil piano di studio a favore di alcune discipline "privilegiate", a discapito della consapevolezza di essere comunque dei professionisti inseriti in un sistema di sanità pubblica".

Il grande tema dell'antibiotico-resistenza " è un problema fortemente sentito e complesso". Rivendicando che "siamo stati fra i primi ad abolire in Europa i promotori di crescita", il Segretario Generale richiama a stare su quella linea virtuosa: "Qualche cosa possiamo ancora fare. Anche per gli animali da compagnia". E, infine, se sul veterinario aziendale “siamo quasi alla fine del percorso”- ha concluso - l'accettazione di questa figura, in termini di valore aggiunto e non di sudditanza, dipenderà da un cambio di mentalità anche da parte degli stessi veterinari.