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RELAZIONE

Valore giuridico per l'atto medico veterinario

Valore giuridico per l'atto medico veterinario
Dare valore giuridico alla definizione di atto medico veterinario. Agire secondo coscienza "non vuol dire fare come pare a noi". L'Ordine "non ha un ruolo diverso dal garantire iscritti all'altezza dell'abilitazione e della prestazione richiesta". Relazione del Presidente Fnovi al Consiglio Nazionale di Bari: attualità e prospettive in 12 punti.
Durante i lavori del Consiglio Nazionale (Bari 15-17 aprile 2016) il Presidente della Fnovi Gaetano Penocchio ha annunciato che la Federazione elaborerà una proposta normativa per la definizione giuridica di "atto medico veterinario". Si tratta - si legge nella relazione di Bari- di una iniziativa "non più rinviabile" E' quindi precisa intenzione della FNOVI - si legge nella relazione- elaborare una proposta di legge  da proporre al Legislatore e al Ministero della Salute.

L'abuso di professione altera le regole del mercato- Il Presidente Penocchio parla di una professione "improtetta e quindi abusabile e l'abuso di professione deve essere considerato non solo un reato, ma anche una grave distorsione delle leggi della libera concorrenza, quelle stesse leggi che il Trattato dell'Unione salvaguardia con tanto appassionato credo nell'antitrust". E ancora: "Uno Stato che abilita e non protegge, una Europa che offre libera circolazione e mutuo riconoscimento ma non rispetta le qualifiche sono egualmente colpevoli". L'adozione giuridica di una definizione di atto medico veterinario, in chiave europea e nazionale "non è più rinviabile".
A suo tempo, la FNOVI adottò una propria definizione di atto veterinario, "che non trovò l’attenzione politica dovuta". Ma oggi, secondo la FNOVI le condizioni sono cambiate: "il DDL Lorenzin e il DDL Concorrenza pongono l'urgenza del contrasto all'abuso di professione prevedendo inasprimenti di pena". Senza il riconoscimento del reato- si legge nella relazione-  "la pena, anche la più appropriata, non ha significato di giustizia. L'esercizio abusivo lede la potestà abilitativa dello Stato, mette in pericolo il bene-salute costituzionalmente tutelato, ma è anche una riconosciuta alterazione delle regole del mercato dei servizi professionali".

Una riforma a rischio gattopardismo- Quanto alla riforma degli Ordini sanitari in discussione al Senato, Penocchio adombra il rischio di una riforma non del tutto incisiva, ma d'altro canto evidenzia che "con la terzietà del giudizio disciplinare si risponde ad una delle critiche più vere e invalidanti rivolte agli Ordini: la loro autoreferenzialità". Tuttavia, c'è un vizio di fondo ancora più grave dell'autoreferenzialità corporativa, secondo il  Presidente Fnovi, ed è "il discredito dell'istituto ordinistico da parte di altre istituzioni. E' inutile nascondere che molta renitenza al procedimento disciplinare è data da una elevata probabilità di sconfitta in sede giudiziaria, con contraccolpi di spesa importanti per un Ordine, specie se numericamente piccolo, che venga trascinato in giudizio. A ciò si aggiunga la debolissima potestà giuridica del Codice Deontologico, stimato meno di un regolamento condominiale".
La  dovuta considerazione per l'ente ordinistico riemerge in un altro passaggio della riforma, laddove stabilisce che gli Ordini daranno il loro parere "obbligatorio" "sulla disciplina dell'esame di abilitazione all'esercizio professionale" e prenderanno parte "alle attività formative e all’esame di Stato”. "Starà agli Ordini, a tutti noi, fare della riforma in atto - affrma Penocchio- una occasione di concreto cambiamento oppure un gattopardesco cambio di quadri alle pareti".

Sul dinamismo del Codice Deontologico- "Il dinamismo del Codice, integrabile e storicizzabile, è aperto a proposte di modifiche peraltro suggerite da accadimenti recenti". Al riguardo, la relazione parla di "sollecitazioni esterne, che impongono di valutare l'avvio di una discussione, non ultimi il DDL concorrenza e il Consiglio di Stato". A patto, però- è ribadito-  che il Codice "non sia frainteso con gli umori del momento, con gli interessi di una parte, con le riserve mentali di chi ne pretenderà il rispetto da altri e non da sé. Non è ammissibile l'intermittenza dei valori di fondo della professione veterinaria".
L'urgenza di una riflessione "consentirebbe anche di inibire contrasti interni alla Categoria - facilmente degenerabili in comportamenti anti-deontologici - originati da coscienze non formate o diversamente formate e da coscienze tentate dalla prevaricazione delle ragioni della propria parte su quelle di un'altra".
La FNOVI "resta ferma nella difesa del concetto di "decoro" professionale, nient'affatto vetusto ma indispensabile alla lealtà concorrenziale" e si dice "consapevole che la deontologia dovrà al più presto permeare dei propri principi anche i nuovi media, i nuovi mercati i nuovi spazi di incontro (anche telematici ovvero a distanza) con i cittadini/consumatori".

Si pone un aut aut. "Esercitare coscienziosamente o, in diverso caso, risponderne ad ogni grado di responsabilità: civile, penale, deontologica e d'immagine". L'iter legislativo in Senato sulla responsabilità delle professioni sanitarie sta cercando un equilibrio fra le parti in causa, "consapevole di movimenti d'opinione organizzati che hanno fatto della caccia all'errore professionale la loro ragion d'essere". Anche "il professionista più integerrimo e qualificato può cadere nella trappola dei cacciatori di cause legali, di avvoltoi alla ricerca di lucro e di visibilità mediatica, specialmente se non potrà contare su efficaci misure precauzionali".
Per questo Penocchio  ravvisa l'urgenza "di regole professionali più puntuali e di regole eque nel contenzioso giudiziario". Oggi i Medici Veterinari liberi professionisti "possono darsi le proprie regole professionali meglio di qualsiasi Deputato incline a presentare pdl scritte provenienti da collaboratori più animosi che preparati, mentre le seconde (le regole del contenzioso giudiziario) devono arrivare da un legislatore più attento alla nostra professione".

Il coraggio delle certificazioni- "La certificazione delle competenze è il divenire delle professioni intellettuali, ma è poco compresa perché sconosciuta, rigettata come una speculazione dalla professione meno preparata, fraintesa dall’università come strumento di qualificazione alternativo e sostitutivo della stessa"- si legge nella relazione. "La nostra professione deve comprendere che è invece una strada da percorrere ed è una risorsa".

La condizionalità e il veterinario aziendale- Dopo il decreto di febbraio sulle consulenze aziendali "non dovremo più, come alcune Regioni pretendevano, dimostrare di essere chi siamo professionalmente per fare consulenze aziendali agli allevatori. Un tempo, quelle Regioni hanno avuto torto nei Tar quando non si sono autodeterminate a correggere bandi errati"- annota Penocchio, che aggiunge: "va da sé che questo consulente è il veterinario aziendale". La strada è tracciata: è in vigore in tutta l'Unione la Animal Health Law che rende obbligatorie le visite sanitarie negli allevamenti europei e le riconduce esplicitamente al sistema delle consulenze e "il Veterinario Aziendale sarà sempre di più una figura chiave per gli animali, per l'allevatore, per le autorità sanitarie, per la filiera produttiva e per i consumatore finale".
"Dove non è arrivata l'Italia è arrivata l'Europa - prosegue- lasciandoci il rammarico di non averla anticipata".

I temi trattati dalla relazione:

1. Ordini delle professioni sanitarie: è la rivoluzione del gattopardo?
2. Non si è presidenti per un giorno
3. O la responsabilità professionale o la malasanità veterinaria
4. Il codice deontologico e l’intermittenza dei valori
5. Gli ordini, la concorrenza e la società del pregiudizio
6. Università: il fabbisogno secondo gli aruspici
7. Accreditamento e certificazione: il coraggio che ci manca
8. Le consulenze aziendali: un riconoscimento è una responsabilità
9. Il medico veterinario come 'lavoratore autonomo'
10. Il medico veterinario come dipendente della pubblica amministrazione
11. La qualifica europea del medico veterinario e l'atto medico veterinario
12. Fatta l'Europa si facciano gli europei

Abbiamo Orgoglio, Lealtà, Entusiasmo, relazione del Presidente Fnovi

pdfIL_TESTO_INTEGRALE_DELLA_RELAZIONE.pdf1.83 MB