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ALTERNATIVE ALLO STUDIO

Commissione UE: sperimentazione ancora necessaria

Commissione UE: sperimentazione ancora necessaria
L'Europa non è ancora pronta ad abbandonare l'uso di animali a fini scientifici, ma Bruxelles  si dice pronta a riesaminare la normativa a tempo debito. La sostituzione completa degli studi sugli animali non è attualmente compatibile con la necessità di garantire un elevato livello di protezione della salute umana e animale e dell'ambiente.

Questo il succo della risposta della Commissione europea all'iniziativa popolare "Stop vivisection", sottoscritta da oltre un milione di cittadini, più della metà in Italia. «L'iniziativa "Stop Vivisection" giunge in un momento di transizione, in cui grazie ai grandi progressi tecnologici l'Europa sta riducendo l'uso della sperimentazione animale; i tempi però non sono ancora maturi per vietarla totalmente e si correrebbe il rischio di far migrare la ricerca biomedica fuori dai nostri confini», afferma Jyrki Katainen, vicepresidente responsabile per l'occupazione e la competitività. «Lo scopo finale della legislazione dell'Ue è l'abolizione graduale della sperimentazione sugli animali» ha aggiunto il commissario europeo all'ambiente, Karmenu Vella, annunciando «una serie di azioni per far sì che l'uso di metodi alternativi trovi rapida diffusione».

In una comunicazione ad hoc, Bruxelles spiega che non proporrà di abrogare la direttiva sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici, come richiesto dalla petizione, ma che riesaminerà la normativa a tempo dovuto. Nel frattempo la Commissione europea organizzerà entro la fine del 2016 una conferenza che vedrà la partecipazione della comunità scientifica e dei soggetti interessati, dove intende presentare una relazione sullo stato d'avanzamento delle azioni intraprese.

La Commissione conferma di essere convinta, al pari dei cittadini che hanno sottoscritto l'iniziativa, che occorra gradualmente abolire la sperimentazione animale. Al tempo stesso osserva che questo è l'obiettivo principale della normativa dell'UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici (Direttiva 2010/63/UE), che l'iniziativa chiede di abrogare; la Commissione considera invece la direttiva lo strumento legislativo giusto per realizzare gli obiettivi perseguiti dall'iniziativa e non ne proporrà quindi l'abrogazione. La direttiva è necessaria per garantire un livello elevato di tutela degli animali utilizzati nella ricerca e la Commissione intende riesaminarla quando il tempo trascorso dall'entrata in vigore sarà stato sufficiente per valutarne l'efficacia.

Nell'ultimo decennio il progresso tecnologico ha rivoluzionato la ricerca biomedica e ha permesso di compiere grandi passi avanti nello sviluppo di metodi alternativi: grazie alle prove su colture cellulari e tissutali e agli strumenti computazionali, ad esempio, è possibile ridurre le prove sugli animali. Molti processi ed effetti fisiologici e tossicologici sono però troppo complessi per le attuali conoscenze e non si riescono ancora a studiare o valutare con metodi alternativi ai modelli animali, che continuano quindi ad essere necessari per far avanzare la ricerca e salvaguardare la salute umana, animale e dell'ambiente.

Uno degli aspetti messi in luce nella comunicazione è quanto sia urgente favorire la sostituzione, la riduzione e il perfezionamento della sperimentazione animale attraverso la condivisione delle conoscenze. La Commissione continuerà pertanto a sostenere lo sviluppo e la convalida di approcci alternativi, così come a dialogare con tutti i portatori d'interesse, in particolare con la comunità scientifica, per trovare strade diverse dall'uso degli animali nella ricerca. Nonostante siano stati compiuti progressi significativi nello sviluppo di approcci alternativi, restano ancora da superare importanti sfide scientifiche per gli endpoint più complessi nella ricerca di base e applicata, nello sviluppo di prodotti farmaceutici e nella valutazione della sicurezza delle sostanze. Di fronte a processi e meccanismi tossicologici o fisiologici molto complessi, o che non si conoscono a
sufficienza, spesso non esistono soluzioni alternative. La sostituzione completa degli studi sugli animali non è quindi attualmente compatibile con la necessità di garantire un elevato livello di protezione della salute umana e animale e dell'ambiente.
Per quanto riguarda le prove volte a determinare la sicurezza delle sostanze chimiche, per le quali viene utilizzato meno del 10% degli animali da laboratorio dell'UE, i metodi alternativi sono attualmente impiegati nei casi in cui si ha una profonda conoscenza dei meccanismi biologici in gioco, ad esempio per rilevare gli effetti nocivi per la pelle e gli occhi. Tuttavia, non esistono ancora alternative adeguate per studiare gli effetti tossicologici più complessi.

(Comunicato stampa della Commissione Europea)

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"Stop Vivisection " è stata presentata alla Commissione europea il 3 marzo 2015 ed è la terza iniziativa dei cittadini europei ad aver raggiunto questa fase. È stata sottoscritta da 1,17 milioni di cittadini, che chiedono alla Commissione di abrogare la direttiva 2010/63/UE  sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici e presentare una nuova proposta che abolisca l'uso della sperimentazione su animali, rendendo nel contempo obbligatorio, per la ricerca biomedic a e tossicologica, l'uso di dati specifici per la specie umana.