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XVI CONGRESSO SIVAR

Il veterinario di fiducia: un "generatore di notizie"

Il veterinario di fiducia: un "generatore di notizie"
Il tragitto culturale del veterinario di fiducia ha visto oggi spalancarsi una nuova opportunità: la certificazione. Nel corso del XVI Congresso SIVAR si è messo l'accento sulla qualità del veterinario e sugli strumenti di lavoro che qualificano il suo ruolo e ne accreditano il valore, sia in allevamento che verso i sistemi sanitari e produttivi.

Uno stadio di riflessione superiore, quello proposto oggi dal XVI Congresso SIVAR  alla platea dei Colleghi che, fin dal primo mattino, hanno iniziato ad affollare la sede cremonese di Palazzo Trecchi.

Il Presidente SIVAR, Daniele Gallo, ha avviato due giornate di lavori intensi suddivisi in cinque sale contemporanee e otto sessioni, dove l'aggiornamento scientifico scenderà  in profondità nelle problematiche della salute animale e dove la riflessione professionale è innalzata su nuove prospettive di sviluppo: è possibile un percorso verso il Veterinario di fiducia accreditato e certificato? Domanda retorica per Chiara Morlacchi (Italcert), che - nella sessione istituzionale di questa mattina- ha prospettato alla platea le possibili evoluzioni per l'affermazione professionale del veterinario libero professionista in azienda zootecnica, attraverso una certificazione volontaria. Una evoluzione in questa direzione sarebbe "uno scatto anche per l'allevatore", che, "in rete congiunta con il veterinario di fiducia", può dimostrare un valore aggiunto per le sue produzioni.

Lo strumento è un disciplinare, con solide basi normative e scientifiche, che anche le istituzioni potrebbero fare proprio e che l'ente unico nazionale, Accredia, valuti di accreditare. Lo scenario descritto da Morlacchi è quello di un veterinario d'azienda che certifichi il suo saper essere (come è formato) oppure il saper fare (come lavora) oppure entrambe le cose.
I percorsi sono tutti aperti e tutti possibili. Ma- ha sottolineato Morlacchi- "deve esserci espressione di interesse" da parte dei soggetti coinvolti. Interesse, unito a motivazione e ad "un cambio di mentalità" sottolineato da tutti i relatori ad una platea matura e attenta che ha ormai voltato pagina e lasciato alle spalle riserve antistoriche e dubbi "triti, stanchi e perdenti".

Dai lavori odierni è emersa la necessità di essere "di fiducia" per tutto il sistema e di agire come "generatore di notizie", tasto quest'ultimo sul quale ha messo l'accento il presidente della Fnovi Gaetano Penocchio, che ha descritto l'evoluzione del consenso intorno ad una figura professionale culturalmente matura, malgrado le ultime, residuali, resistenze e le lentezze normative. E' proprio dell'OIE- ha ricordato Penocchio-  il concetto di Veterinary Services, da intendersi come'sistemi veterinari' nel loro complesso, integrazione di pubblico e privato , secondo quella stessa "mentalità europea" ribadita da Manlio Palei, Responsabile Veterinario di una Regione, il Friuli Venezia Giulia, dove- ha detto Palei-  "non è parso per nulla strano istituzionalizzare il veterinario di fiducia". Il Friuli ha infatti sancito, con una delibera istitutiva, l'esistenza di fatto di un veterinario " che conosce vita morte e miracoli degli animali che cura negli allevamenti".

E la conoscenza di prima mano di quello che accade in allevamento è stata enfatizzata dal Vicepresidente ANMVI Marco Colombo, Coordinatore del DES-  che ha illustrato - per la prima volta alla platea nazionale dei Colleghi SIVAR- le prime elaborazioni del DES, il Database Epidemiologico Sanitario, attivato in forma sperimentale sul portale del Veterinario di Fiducia. Dati "descrittivi e non statistici" - ha detto Colombo, mettendo però l'accento sulle "evidenti potenzialità informative" di un raccoglitore di dati presi direttamente in stalla- con il consenso e la collaborazione dell'allevatore "al quale poter mostrare dei report della situazione, per decidere- a ragion veduta- le strategie gestionali, di trattamento e di risanamento". Dati, quantità, raffronti periodici e uno storico aziendale, "per conoscere davvero quel che a volte  si crede di sapere. Il DES- ha rimarcato Colombo- può generare sorprese quando il dato presunto viene messo a confronto con la rilevazione reale". Sono "dati fatti in casa"- ha aggiunto, " ma già ora rivelatori della potenzialità conoscitiva del sistema epidemiologico visto con le lenti del veterinario d'azienda".

Una conoscenza consapevole e verificata è necessaria anche per tenere testa al problema dell'antibiotico-resistenza. "Per essere prudenti nell'uso bisogna conoscere quanto se ne fa uso- ha spiegato Franco Aldrovandi, artefice e coordinatore del primo software per il calcolo del DDD (Defined Daily Dose), un indicatore di rischio necessario per poter monitorare l'impiego di antibiotici in azienda. Il DDD, appoggiato al portale del veterinario di fiducia, è uno strumento di lavoro per il medico veterinario, un'attività sperimentale e volontaria per i veterinari d'azienda che desiderino verificare il livello di esposizione dell'allevamento al rischio di antibiotico-resistenza e mantenere il trattamento entro la soglia dell'uso prudente e razionale del farmaco. L'indice di rischio DDD, campanello d'allarme per il veterinario, aiuta a rispettare il principio "Quando serve, quanto serve", sancito e sottoscritto dalla filera, in contrapposizione alla ricerca di "capri espiatori" e a sbrigative soluzioni punitive nei riguardi della titolarità prescrittiva e terapeutica del Medico Veterinario.

DES e DDD- come ha ricordato il Vice Presidente della SIVAR, Mino Tolasi- sono accessibili in forma sperimentale da parte di colleghi che ne fanno richiesta, attraverso il Codice univoco EGO. Per far conoscere funzionalità e finalità dei due sistemi sono stati realizzati due video tutorial, disponibili da oggi on line. Il DDD si avvale del supporto di Zoetis.

Una presentazione estesa del DDD è pubblicata su Professione Veterinaria 13/2014, a firma di Franco Aldrovandi.

Video tutorial DES, a cura di Marco Colombo
Video tutorial DDD, a cura di Franco Aldrovandi

Foto: Platea di una sessione del XVI Congresso SIVAR (7-9 maggio 2014)