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III INDAGINE NOMISMA FNOVI

Occupazione veterinaria: cercarla dove c'è

Occupazione veterinaria: cercarla dove c'è
La professione si liberi da una "mitologia ingannevole che ha creato un medico veterinario immaginario". La terza indagine FNOVI-Nomisma individua i settori ricettivi da qui al 2030. Stakeholders e Employers protagonisti di una ricerca che vuole correggere "lo strabismo" che ha deformato il rapporto fra domanda e offerta

Al Consiglio Nazionale degli Ordini Provinciali, la FNOVI ha presentato i risultati della ricerca  La Professione Medico Veterinaria: prospettive future. L'indagine, la terza condotta in collaborazione con l'osservatorio socio-economico Nomisma affronta le dinamiche occupazionali del settore da qui al 2030 con un focus nuovo: "Ciò che rende unico il percorso di studio realizzato da Nomisma per il nostro settore è lo sguardo degli altri"- spiega il Presidente della FNOVI Gaetano Penocchio-  Qui si parla di noi, medici veterinari, ma per la prima volta a farlo sono anche gli altri. Ora il medico veterinario ha uno strumento per capire chi siamo per il 'mondo del lavoro', quanto ha bisogno della nostra professione e soprattutto quanto siamo preparati a rispondere o a stimolare la domanda di professionalità veterinarie".

"Con questo studio FNOVI ha voluto porre al centro uno strumento innovativo che contribuisca a comprendere come il medico veterinario può restare competitivo e come può conquistare nuovi sbocchi occupazionali - ha continuato Penocchio – Il più grave errore di cui la professione medico veterinaria deve urgentemente liberarsi è di essersi cullata in una immagine di se stessa falsata da inquinamenti demagogici, indotti da una mitologia ingannevole cha ha creato un medico veterinario immaginario, che non serve, che nessuno cerca, che nessuno fa lavorare. Una ingannevole rappresentazione a danno di studenti, clienti/utenti della nostra Categoria. Idealizzare procura danni e i primi a subire i contraccolpi dell'idealizzazione sono i giovani iscritti, costretti a rinunciare di colpo al sogno, a cedere al ricatto di ribassare la propria professionalità fino a snaturarla e a sprofessionalizzarla, tanto nel pubblico come nel privato".

Quali saranno le competenze più richieste dagli employer per la figura del medico veterinario?
Sia i medici veterinari che gli employer sono d'accordo: sarà innanzitutto l'industria alimentare che maggiormente potrà incrementare il numero di medici veterinari impiegati stabilmente nel 2030.
In particolare gli employer dichiarano un incremento del numero nell'ambito dell'igiene e sicurezza degli alimenti (55%), qualità degli alimenti (52%), ma anche gestione degli allevamenti (30%). Un altro ambito d'interesse per la professione potrà essere quello della protezione ambientale (sicuramente in crescita per il 30%). Ma vi sono alcuni importanti campanelli d'allarme da non trascurare.
Tra le motivazione della mancanza di coinvolgimento del medico veterinario da parte delle imprese food, feed, farmaceutiche non vi è solo la mancanza di necessità di tale profilo in senso generale (32%) o una esigenza solo occasionale (32%), ma, quel che più deve preoccupare, è la preferenza espressa dalle imprese verso altre figure (agronomi, biologi, tecnologi alimentari, ...) con competenze ritenute più adeguate (20%) o con costi più bassi (4%).
Le attese degli employer per il 2030 sono più positive di quelle dei medici veterinari: il 65% prevede che, rispetto ad oggi, il numero di medici veterinari impiegati stabilmente sarà stabile (40%) o in crescita (25%). Tale quota sale al 73% nel caso delle imprese (food, feed, farmaceutiche).
Igiene e sicurezza degli alimenti (segnalata dal 51% delle imprese), qualità degli alimenti (38%), ma anche clinica e chirurgia degli animali d'affezione (38%) e benessere e nutrizione animale (15%). Anche le competenze complementari alla medicina veterinaria sono determinanti, sia dal punto di vista degli employer che degli stessi medici veterinari: innanzitutto competenze manageriali, conoscenze delle lingue straniere, capacità di negoziazione e comunicazione.

Per intercettare tali opportunità future servono cambiamenti, a partire dalla necessità di innovazione nell'attuale percorso formativo proposto in ambito universitario: solo il 5% degli employer lo ritiene completamente adeguato rispetto a quelle che saranno le esigenze del mercato occupazionale dei prossimi 15 anni. Infatti il 35% dichiara che è necessario un cambiamento profondo dell'università e il 50% ritiene comunque necessarie alcune correzioni. E un giudizio severo proviene dagli stessi universitari (il 30% ritiene opportuni adeguamenti e il 20% preferisce non rispondere). Alla stessa domanda non risparmiano critiche nemmeno i medici veterinari: il 78% dei liberi professionisti segnalano la necessità di trasformazione del percorso universitario per soddisfare le esigenze future del mercato.

"Questa pubblicazione e i suoi risultati - ha concluso il Presidente FNOVI - devono divenire uno strumento attorno al quale decisori, politici, amministratori, operatori economici, media, opinione pubblica dovranno ragionare, con l'obiettivo di correggere lo strabismo che in tutti in questi anni ha fatto sì che i Medici Veterinari e 'il resto del mondo' si guardassero con lenti sfuocate".

L'edizione integrale dell'indagine sarà pubblicato sul portale fnovi.it

pdfCOMUNICATO_STAMPA_FNOVI.pdf659.16 KB