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LETTERA AL GOVERNO

Revisione IVA, ANMVI chiede fascia agevolata

Revisione IVA, ANMVI chiede fascia agevolata
Da parlamentare aveva impegnato il Governo a ridurre la pressione fiscale sugli animali da compagnia. Ora al Governo c'è lei. A Beatrice Lorenzin l'ANMVI chiede sostegno sull'aliquota IVA per portarla in fascia agevolata. Alla vigilia della Legge di Stabilità 2013, l'ANMVI si rivolge al Presidente del Consiglio al Ministro delle Finanze e al Parlamento.
Attualmente le cure veterinarie e gli alimenti per gli animali da compagnia sopportano l'IVA di lusso (22%) ai massimi storici italiani e fra le più alte d'Europa. Ma con la nuova Legge di Stabilità si preannuncia la revisione delle aliquote IVA e, forse, la nascita di un nuovo scaglione intermedio in cui potranno confluire alcuni beni e servizi.

Le prestazioni veterinarie, in quanto sanitarie, sono collocate in modo improprio, e incoerente con il quadro giuridico attuale, fra i beni di consumo. "La pressione fiscale demotiva i cittadini-proprietari", spiega Marco Melosi, Presidente dell'ANMVI, che aggiunge: "Registriamo una progressiva rinuncia a terapie necessarie- cadute nella compliance prescrittiva di medicinali veterinari, nell'adempiere obblighi di legge elementari come la microchippatura dei cani, con compromissione del benessere animale e scadimento della qualità di vita, anche per inosservanza di terapie farmacologiche e di una corretta alimentazione".

"Il crollo della domanda di prestazioni di prevenzione veterinaria, causata dai ripetuti aggravi fiscali, mostra evidenti risvolti infausti sulla sanità pubblica, basti pensare alla lotta alle zoonosi- osserva Melosi. Ampie fasce del territorio nazionale risultano compromesse dal punto di vista igienico-sanitario e dell'incolumità pubblica".

L'ANMVI rilancia le richieste di una petizione firmata da più di 75mila cittadini, cominciando, urgentemente, dal ricollocamento di queste spese in fascia agevolata, nell'interesse del paziente animale, di un Fisco più equo e dell'Erario, della sanità pubblica e nell'interesse di 13 milioni di famiglie con un animale da compagnia in casa.

L'aumento dell'aliquota IVA non genera entrate- conclude il Presidente dell'ANMVI- ma riduzione della domanda e aumento della spesa pubblica. Il costo sociale oggi del randagismo a carico di Stato, Regioni e Comuni supera i 285 milioni di Euro all'anno. La presenza incontrollata di cani genera circa 75.000 morsicature e lesioni annuali con costo medio di 900 Euro per sinistro pari ad un totale annuo di 67 milioni di Euro a carico dell'SSN".

Nella lettera inviata oggi all'indirizzo di Palazzo Chigi e delle Commissioni parlamentari che discuteranno la Legge di Stabilità 2013, la richiesta di uno scaglione IVA agevolato, va nell'interesse della collettività:

- nell'interesse di milioni di famiglie- Il 55,3% delle famiglie italiane convive con un animale da compagnia di cui è sancito universalmente il ruolo sociale di soggetto senziente
- nell'interesse del paziente animale oggetto di tutela giuridica- Le 7.500 strutture veterinarie autorizzate nel nostro Paese- che soddisfano il 90% del fabbisogno di sanità animale rivolta agli animali da compagnia - registrano una progressiva rinuncia a terapie necessarie, compliance prescrittiva di medicinali veterinari, compromissione del benessere animale con scadimento della qualità di vita, anche per inosservanza di terapie farmacologiche e diete alimentari.
- nell'interesse di un Fisco più equo- Le prestazioni veterinarie, in quanto sanitarie, sono collocate in modo improprio, e incoerente con il quadro giuridico attuale, fra i beni di consumo. Prova ne sia che la prestazione – pur essendo erogata anche con finalità di sanità pubblica- non gode di esenzioni, né di aliquota agevolata, né di adeguate detrazioni fiscali o forme di agevolazione per le fasce deboli.
- nell'interesse della sanità pubblica- Il crollo della domanda di prestazioni di prevenzione veterinaria, causata dai ripetuti aggravi fiscali, mostra evidenti risvolti infausti sulla lotta alle zoonosi. Ampie fasce del territorio nazionale risultano compromesse dal punto di vista igienico-sanitario, con ricadute sull'ambiente, soprattutto nelle aree ad alta vocazione turistica nazionale e internazionale.
- nell'interesse della legalità- La pressione fiscale compromette l'osservanza degli adempimenti obbligatori per il possesso responsabile di animali da compagnia – incluso fra questi il cavallo detenuto a scopi non economici d'affezione - con evidente omissione delle registrazioni anagrafiche degli animali, del possesso legale e delle conseguenti verifiche, anche ai fini della perseguibilità e della sanzionabilità di illeciti e reati.
-nell'interesse del Tesoro - L'inaffidabilità delle anagrafi- per insufficiente compliance- non consente al Tesoro di contare su una esatta consistenza numerica (e di spesa) della popolazione animale insistente sul territorio nazionale, inclusi i soggetti (142.689) assistiti (ad 2 euro/giorno procapite secondo stime prudenziali ) nelle 915 strutture (canili sanitari e rifugi) a carico dello Stato. Numeri in aumento esponenziale ad alimentare il randagismo e l'abbandono. Il costo sociale oggi a carico di Stato, Regioni e Comuni supera i 285 milioni di Euro all'anno.
-nell'interesse dell'Erario- L'aumento dell'aliquota IVA nel settore veterinario non genera entrate, ma contrazione della spesa ed evasione fiscale data l'inconsistenza della soglia di detraibilità delle spese veterinarie nonché il loro ingresso nel redditometro.
- nell'interesse delle attività economico-rurali e zootecniche – La presenza incontrollata di cani genera fenomeni predatori ai danni delle comunità rurali, del pascolo e delle aziende zootecniche con conseguente impegno di spesa pubblica per indennizzi.
- nell'interesse dell'incolumità pubblica- La presenza incontrollata di cani genera circa 75.000 morsicature e lesioni annuali con costo medio di 900 Euro per sinistro pari ad un totale annuo di 67 milioni di Euro a carico dell'SSN.

L'ordine del giorno sottoscritto dall'On Beatrice Lorenzin, oggi Ministro della Salute