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SILVIO BORRELLO

Costi e tariffe dei controlli ufficiali: audizione alla UE

Costi e tariffe dei controlli ufficiali: audizione alla UE
In rappresentanza del Ministero della Salute italiano, Silvio Borrello, Direttore Generale della Sicurezza Alimentare è intervenuto al public hearing organizzato dalla Commissione ENVI del Parlamento europeo. In esame la proposta di regolamento per la riforma dei controlli ufficiali. Auspicato un "ripensamento".
Le nuove disposizioni "non appaiono efficacemente risolutive". Anzi, "potrebbero mettere a rischio la sostenibilità dell'intero sistema, oltre ad incrementare la disarmonica attuazione dei controlli ufficiali.

Così il Direttore Generale della Sicurezza Alimentare, Silvio Borrello, che – ieri- ha testimoniato l'apprezzamento del Ministero della Salute italiano "per lo sforzo regolatorio" della Commissione nel voler razionalizzare e semplificare il quadro normativo dei controlli ufficiali. La Commissione ENVI (Ambiente Sanità Pubblica e sicurezza alimentare) del Parlamento Europeo ha indetto un ciclo di audizioni pubbliche- Rationale and overview of the new regime on official controls and its application in the field- a cui hanno preso parte svariate rappresentanze nazionali e di addetti ai lavori.

Nella sua audizione, Borrello ha fatto presente che un valido sistema di finanziamento è "condizione indispensabile per assicurare controlli efficaci a garanzia di un livello uniforme di tutela della salute umana, animale e vegetale e a vantaggio degli operatori economici dell'Unione europea". Ma la proposta di Regolamento non andrebbe pienamente in questa direzione, secondo il rappresentante del Ministero della Salute, che ha citato uno studio del 2009 della Commissione UE sulle tasse riscosse dagli Stati membri per coprire i costi generati dai controlli ufficiali". Quello studio che intendeva verificare l'effettiva compensazione tra tariffe e costi dei controlli ufficiali, "ha evidenziato- ha dichiarato Borrello- che l'obiettivo generale di garantire risorse finanziarie adeguate, con l'assetto normativo attuale non viene conseguito in tutti gli Stati della UE, con ripercussioni sull'effettuazione dei controlli".

Standard uniformi e costi del controllo- Per superare i limiti dell'attuale sistema di finanziamento, "in via preliminare è essenziale che a livello europeo si individuino standard uniformi di controlli ufficiali e sia definita la frequenza minima per tutte le attività sottoposte a controllo, sulla base di una categorizzazione del rischio armonizzata"- ha aggiunto.  Il costo del controllo "dovrebbe essere ripartito tra i soggetti privati e la parte pubblica, in funzione delle ragioni e finalità dello stesso". Per la copertura finanziaria delle attività di controllo ai fini della tutela della salute pubblica, gli Stati membri "dovrebbero essere tenuti a contribuire almeno in quota parte, attraverso forme di fiscalità generale, lasciando a completo carico degli operatori i costi dei controlli svolti nell' "interesse dei privati". Così si riuscirebbe a superare l'ostacolo della copertura totale dei costi da parte dei privati e senza esonerare talune attività o categorie d'imprese".

Atti delegati- La proposta di regolamento prevede che la Commissione proceda con successivi atti delegati alla definizione della frequenza minima dei controlli ufficiali, ma non è indicato un termine per l'esercizio della delega e si esclude l'intera area degli alimenti di origine vegetale. "Ritengo, invece- ha osservato il Dg Borrello- che su tali aspetti sia necessario il confronto e la condivisione a livello di Consiglio e Parlamento europeo".

Importi minimi uniformi- Con riferimento alle tariffe obbligatorie per la copertura dei costi effettivi del servizio, la proposta di regolamento non prevede più la definizione di importi minimi uniformi. "La mancata definizione di importi minimi delle tariffe obbligatorie potrebbe non consentire agli Stati membri di disporre costantemente di un ammontare di risorse certe, con conseguenti ripercussioni sull'organizzazione delle autorità competenti e anche sulla programmazione delle attività di controllo. Ciò rappresenta un passo indietro rispetto all'armonizzazione del sistema; crea un pericoloso fattore di disparità tra gli operatori europei sia sul mercato interno, che per l'import e l'export".
Su questo punto, il Ministero della Salute italiano propone di "reintrodurre gli importi minimi armonizzati delle tariffe obbligatorie, eventualmente modulabili, nei diversi Stati Membri, secondo i parametri economico–sociali ritenuti più opportuni a raggiungere l'obiettivo di parità di trattamento per gli operatori".

Esonero dal pagamento delle tariffe, introdotto per le microimprese. Per l'Italia " tale previsione può essere critica", dato che nel nostro Paese il 93% dell'imprese operanti nella filiera agro-alimentare è classificabile come microimprese. L'esenzione totale per le micro-imprese potrebbe " ingenerare un meccanismo di auto contenimento dello sviluppo delle attività economiche, scoraggiandone l'espansione per non dover sostenere i costi dei controlli". "Siamo decisamente favorevoli a misure che avvantaggino le piccole realtà produttive, ma riteniamo più opportuno e più equo prevedere uno scaglionamento dell'ammontare del contributo in base alla reale capacità produttiva dell'impresa".

Finanziamento delle attività di controllo condotte su animali vivi, alimenti e altre merci importate. In un sistema in cui una merce in ingresso può essere controllata in uno qualsiasi dei Posti di Controllo Frontaliero ed essere destinata ad uno qualsiasi dei 28 Stati membri, "è ancora più essenziale prevedere procedure armonizzate e tariffe fissate secondo livelli minimi o, perlomeno, con un range di riferimento comune". Inoltre, "una disarmonizzazione delle tariffe nei controlli sanitari all'import, incidendo sui traffici commerciali, rischia di vanificare la strategia comune sulla biosicurezza alle frontiere che è stata inserita come argomento di primo piano nel programma presentato dalla Commissione europea al Consiglio e al Parlamento nel 2007".