Il Presidente della FEEVA, Giorgio Ricardi, invita i Colleghi ippiatri a seguire il dibattito europeo e a conoscere le posizioni espresse dalla FVE.
Al riguardo la FVE denuncia una "frode di massa" e considera "inaccettabile" che una sostanza vietata sia stata rinvenuta in carni equine destinate al consumo umano e che "il meccanismo di prevenzione per evitare la presenza di sostanze vietate nella catena alimentare vada rafforzato. La preoccupazione è che, dopo l'iniziativa del Governo britannico con i suoi 8 test positivi su 206, si alimenti la sfiducia nei consumatori.
Proprio perchè ogni deviazione dalle aspettative dei consumatori è un grave danno per tutto il sistema, la Federazione dei Veterinari Europei chiede ampie indagini per capire come possa essere finito nella carne equina il "bute" e che tutti gli stakeholders intraprendano azioni congiunte per evitare che in futuro la cosa si ripeta.
La FVE chiede inoltre l'istituzione di un registro europeo dei passaporti degli equidi, per ridurre i rischi che i cavalli non destinati alla produzione alimentare siano reintrodotti nella catena alimentare.
La sicurezza e la qualità degli alimenti deve essere assicurata anche da informazioni corrette e complete, secondo la Federazione dei Veterinari Europei che chiede più controlli efficaci a partire dalla produzione primaria e quindi lungo tutta la catena alimentare.
La FVE conclude soffermandosi sull'importanza dei controlli veterinari da parte degli Stati Membri, e rimarcando come la vicenda dimostri- anche in tempo di crisi economica- come i sistemi veterinari siano indispensabili, "perché è proprio in queste circostanze che operatori senza scrupoli hanno maggiori possibilità di condurre le loro azioni fraudolente e pericolose".
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