Per il circo italiano, prosegue la nota, "il Ddl 2287-bis, non rappresenta altro che una inaudita, inverosimile, sconsiderata mortificazione" e "non contempla nuove, diverse e collocabili entro la soglia della decenza, risorse finanziarie per il settore". Ci sarebbe da postulare, afferma Buccioni, la cessazione di ogni intervento finanziario pubblico nei confronti dell’intero settore dello spettacolo: "Sono certo, dichiara, che saremmo fra i pochissimi sopravvissuti alla calamità, essendo sostenuti da un abbraccio popolare di gente semplice e di famiglie regolarmente paganti".
Quanto agli animali, "deve essere almeno lapidariamente chiara una circostanza: piuttosto che consegnare i nostri compagni di lavoro ai lager di annientamento contrabbandati per centri di recupero – recupero da che, forse da uno stato di benessere perfino superiore a quello in natura – prenderemo la via dell’esilio stroncando sul nascere ogni perverso dibattito sulla necessità di acquisire e gestire denaro pubblico per la realizzazione e la successiva manutenzione dei lager stessi".
Offriremo, conclude la nota, "occasioni perché il circo classico con gli animali non venga rimosso dall’immaginario collettivo. Ma prima giocheremo ogni carta in nostro possesso".
l'Ente Nazionale Circhi stigmatizza il "voltafaccia del Governo", che - dopo aver dato parere favorevole all’emendamento “Ranucci-Fasiolo”, che prevedeva la graduale riduzione e non l’eliminazione degli animali dai circhi- ha compiuto un voltafaccia incredibile, gravissimo e ingiustificato".
Ieri, nella 7° Commissione del Senato, il Governo, rappresentato dal Sottosegretario Angela D'Onghia, ha comunicato il parere contrario all’emendamento Ranucci-Fasiolo, con il conseguente ritiro.
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