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INDAGINE ANMVI 2023

Strutture veterinarie: crescita in stress congiunturale

Strutture veterinarie: crescita in stress congiunturale
Per stare al passo con l'aumento dei pet e con il progresso scientifico- tecnologico le strutture veterinarie italiane stanno affrontando investimenti economici. Ma senza una adeguata compensazione di redditività. I Medici Veterinari sono fortemente esposti negli investimenti e contemporaneamente i costi fissi subiscono una inedita impennata. Una situazione di stress congiunturale nella quale si inserisce la prudenza di spesa dei proprietari: cresce la domanda di cure avanzate, ma anche la spinta inflattiva al risparmio.

Con l'indagine "Inflazione e rincari. Come reagiscono Veterinari e Proprietari", l'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) ha sondato l'andamento economico degli ultimi dodici mesi nel settore delle cure veterinarie rivolte agli animali da compagnia. L'indagine è stata condotta fra aprile e maggio 2023, raccogliendo le risposte di 1.000 Medici Veterinari, prevalentemente in veste di collaboratori (39%), direttori sanitari (26%) e titolari unici (22%).  Secondo i dati del Centro Servizi Nazionale (CSN) di Teramo, in Italia alla data del 24 aprile scorso, risultavano registrate 8.417 strutture veterinarie private.

I risultati dell'Indagine sono stati presentati in anteprima al Congresso SCIVACRimini 2023  dal Presidente ANMVI Marco Melosi all'incontro dei delegati regionali dell'Associazione. L'indagine è da oggi integralmente disponibile sul sito web dell'ANMVI. Una sintesi è pubblicata sul numero 19/2023 di Professione Veterinaria.

Andamento economico generale- Negli ultimi dodici mesi, la metà dei rispondenti colloca la struttura veterinaria in cui esercita in fase "espansiva" (51%), ma con una performance economica tra "leggermente migliore" o "invariata" rispetto al periodo antecedente i mesi 2022-2023.  L'espansione è principalmente legata all'avvio di investimenti (55% dei rispondenti)  e alla ricerca di personale e collaboratori (26%).
Solo il 22% giudica "migliore" la performance economica della struttura, mentre il 28% dei rispondenti la considera fra "leggermente peggiore" (20%) e "peggiore" (8%). 

Gli investimenti e le forme di finanziamento-  Il 55% dei Medici Veterinari ha avviato investimenti per espandere la propria attività, mentre una percentuale del 10% lo farà a breve. Si investe soprattutto in attrezzature e macchinari (75%), nell'aumento del personale (42%) e nell'aggiornamento scientifico (34%). Seguono i nuovi servizi alla clientela (22%).
Il 58% dei Medici Veterinari affronta in autofinanziamento gli investimenti e le spese della struttura, il 45% ricorre a formule finanziarie (leasing e finanziamenti rateali).

Il volume d'affari-
Il 57% dichiara che il volume d'affari negli ultimi dodici mesi è aumentato, con punte fino al 10 per cento (56% dei rispondenti) e fino al 20 per cento (31%). Per il 43% che dichiara una diminuzione del volume d'affari, la flessione è contenuta entro il 10 per il cento nella maggioranza dei rispondenti (62%).

Fattori di sviluppo e aumento dei costi-
Fra i fattori più decisivi per lo sviluppo di una struttura veterinaria, l'aggiornamento scientifico-professionale è al primo posto per il 60% dei Medici Veterinari. A pari merito fattori di crescita quali l'aumento di prestazioni avanzate e della clientela (51%). L'evento peggiore per l'andamento della struttura, secondo l'81% dei Medici Veterinari, è dato dall'aumento dei costi di gestione e di funzionamento: i costi energetici  e di approvvigionamento dei farmaci veterinari sono le forniture che hanno subito i maggiori rincari. La metà dei Medici Veterinari segnala un aumento dei farmaci veterinari tra il 10 e il 20 per cento.

Clienti e propensione alla spesa- Il 57% dei Medici Veterinari dichiara un aumento di nuova clientela, mentre il 27% segnala una crescita della clientela occasionale. All'aumento della clientela corrisponde un aumento della generale propensione al risparmio fra la clientela abituale, segnalata dal il 58% dei Medici Veterinari. Il 68% si è invece confrontato con proprietari che hanno rifiutato le cure necessarie ai loro animali perchè ritenute troppo costose. E' la diagnostica avanzata ad essere considerata fra le spese più onerose dal cliente-proprietario (79%) seguita dalla chirurgia avanzata (60%) e dalle cure oncologiche (39%).
La rinuncia alle cure per ragioni economiche è segnalata in crescita dal 62% dei Medici Veterinari. Alla maggiore prudenza di spesa dei proprietari sembra corrispondere una perdita della capacità di spesa: secondo il 55% dei Medici Veterinari la clientela ha perso potere d'acquisto. Il 45% segnala un aumento degli insoluti.

Supporto alla spesa veterinaria- Il 49% dei Medici Veterinari ritiene di doversi porre il problema e di dover individuare forme di supporto per il cliente. Le offre già il 36% delle strutture veterinarie in forma stabile (il 35% a volte) soprattutto con la rateizzazione della spesa (77%) o con sconti di onorario (40%). La gratuità è saltuariamente praticata dal 31% dei Medici Veterinari.
Secondo l'83% dei Medici Veterinari l'agevolazione che dovrebbe essere maggiormente sviluppata è data dalle polizze assicurative per cure veterinarie. Oggi sono disponibili soltanto nel 16% dei casi.

Non il Medico Veterinario, a costare è la Medicina Veterinaria  - Il settore delle cure veterinarie per animali da compagnia mostra una buona tenuta generale, ma con segnali recessivi segnalati dal 13% dei rispondenti, di cui un 5% con riduzione di personale e collaboratori. All'aumento dei costi fissi e allo sforzo d'investimento economico non consegue una adeguata compensazione di redditività. A questa situazione di stress congiunturale, si aggiunge una domanda di cure veterinarie sempre più avanzate e specialistiche, sul modello della medicina umana, che pero' i proprietari di animali da compagnia affrontano con sempre maggiore attenzione al risparmio e in alcuni casi con la rinuncia per ragioni economiche.

Solo il 4% delle strutture veterinarie segnala di avvalersi di finanziamenti derivanti da risorse pubbliche come bandi di finanziamento e credito d'imposta. Una percentuale irrisoria, specchio della insufficiente proposta di supporto all'attività veterinaria, nonostante sia riconducibile alla piccola e media impresa. L'assenza di aiuti pubblici alle attività veterinarie, malgrado siano parificabili alle piccole e medie imprese, fa ricadere gli investimenti della medicina veterinaria interamente sugli stessi medici veterinari che la erogano in regime privato. In assenza di adeguanti interventi fiscali e di una detassazione delle prestazioni veterinarie, è il modello del welfare assicurativo a cui guarda la maggioranza dei Medici Veterinari.

Inflazione e rincari. Come reagiscono Veterinari e Proprietari
Indagine ANMVI 2023
Accesso con i Codici Ego

Potere d'acquisto e volontà di risparmio
(La Professione Veterinaira n.19/2023)
Accesso con i Codici Ego