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PARERE SCIENTIFICO

Peste Suina Africana, da EFSA una exit strategy

Peste Suina Africana, da EFSA una exit strategy
Un parere scientifico dell'EFSA raccomanda una exit strategy ai Paesi colpiti dalla peste suina africana. Come individuare la fine della circolazione virale. Intanto la DgSante pubblica il rapporto 2021 African swine fever - preparedness nel quale evidenzia che gli Stati membri hanno investito in sistemi per rilevare i casi di peste suina africana nei cinghiali, riconoscendo il ruolo fondamentale che i cacciatori svolgono nella notifica dei casi di sospetto. 

L'Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare ha elaborato e pubblicato alcune strategie di sorveglianza che aiuteranno i paesi colpiti dalla Peste Suina Africana  a determinare quando il virus ha smesso di circolare nelle popolazioni di cinghiali. Nel parere pubblicato oggi, l'Agenzia individua una "exit strategy" in due fasi:
-un periodo di sorveglianza di routine dei cinghiali (la fase di screening) seguito da un periodo più breve di intensa sorveglianza (la fase di conferma).

La modellazione ha dimostrato che:
• La precisione dell'approccio aumenta in linea con il numero di carcasse di cinghiale raccolte e testate.
• L'allungamento del periodo di monitoraggio aumenta le possibilità di verificare che il virus ASF non sia più in circolazione.
• L'uso della sorveglianza attiva basata sulla caccia ha un impatto limitato sull'efficacia della strategia di uscita.
Il parere fornisce esempi pratici di come applicare la strategia di uscita sia alle grandi che alle piccole aree colpite. Fornisce inoltre raccomandazioni sui periodi minimi di monitoraggio necessari per rendere efficace la strategia.

La situazione in Europa- La DgSante (Direzione Generale della Salute della Commissione Europea)  ha pubblicato il rapporto 2021 African swine fever - preparedness nel quale evidenzia che gli Stati membri hanno investito in sistemi per rilevare i casi di peste suina africana nei cinghiali, riconoscendo il ruolo fondamentale che i cacciatori svolgono nella notifica dei casi di sospetto.

In misura maggiore o minore, le autorità veterinarie sono impegnate, nei confronti delle organizzazioni venatorie, a spiegare la necessità di ridurre la popolazione di cinghiali. Una delle maggiori sfide che gli Stati membri devono affrontare è sviluppare e attuare strategie nazionali di gestione dei cinghiali che siano in sintonia con gli allevatori, cacciatori e ambientalisti.
Per avere successo, la DgSante osserva che la futura strategia di gestione dei cinghiali deve partire dai cambiamenti nelle dinamiche di gestione della popolazione dei cinghiali. Tuttavia, gli Stati membri fanno ancora molto affidamento sulla caccia e sui processi naturali (es. inverni rigidi e malattie enzootiche) per controllare le loro popolazioni di cinghiali.
Le autorità veterinarie "hanno fatto pochi progressi"- si legge nel rapporto-  nell'integrare le strategie con misure aggiuntive, come l'abbattimento degli animali da riproduzione (utilizzando trappole e la caccia mirata di giovani femmine, ad esempio) e la gestione delle risorse alimentari (utilizzando divieti di alimentazione e recinzioni, ad esempio) per stabilire un nuovo equilibrio.

Stati Membri non colpiti- Tutti gli Stati membri visitati dagli ispettori europei -  non colpiti dalla PSA- stanno adottando misure per prevenirla e per prepararsi all'eventuale arrivo della malattia nei loro territori.
In molti casi, era in corso il confronto con le parti interessate e una cooperazione tra le autorità, con l'obiettivo di migliorare i piani, le azioni o la suddivisione delle responsabilità nazionali. Vi è generalmente cooperazione e dialogo tra le autorità veterinarie, i cacciatori e le autorità venatorie e della silvicoltura, mentre le autorità agricole, generalmente, non vengono coinvolte nei piani per la malattia.

Le autorità veterinarie nelle zone limitrofe alle regioni colpite testano sistematicamente i cinghiali malati o morti per la peste suina africana. Tuttavia, i livelli di sorveglianza passiva nei territori non colpiti che sono più distanti sono molto più bassi. Ciò significa - conclude il Report- che potrebbero non rilevare l'introduzione della peste suina africana in una fase precoce, soprattutto se la malattia appare lontana da una regione colpita nota, come è avvenuto in Belgio nel settembre 2018.


ASF Exit Strategy
Providing cumulative evidence of absence of African swine fever virus circulation in wild boar populations using standard surveillance measures
EFSA Journal

DgSante Overview Report
On preparedness in Member states to respond to african swine fever in wild boar