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INIZIATIVA ANMVI

Riforma Italia: IVA unica per il settore salute animale

Riforma Italia: IVA unica per il settore salute animale
Dopo gli Stati Generali dell’Economia, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha ipotizzato la riduzione dell'IVA. Fra smentite e conferme, la questione fiscale è ancora sul tavolo del Governo e si inserisce in un quadro di emergenza economica eccezionale, in vista di consistenti contributi europei. L’ANMVI ha elaborato un documento da presentare a tutte le forze politiche, in vista dei prossimi provvedimenti finanziari.

Caduti i vincoli di bilancio e le clausole di salvaguardia, l'abbassamento delle aliquote IVA non è più un tabù. L'Italia dovrà presentarsi all'Europa con un solido piano di rilancio, in grado di aggiudicarsi i fondi europei, e la ristrutturazione del Fisco nazionale è una delle opzioni in campo. In parallelo, la pandemia ha modificato la percezione delle priorità e ridato un significato nuovo alla prevenzione, alla sanità animale, al valore socio-affettivo degli animali da compagnia.

In vista del «Programma nazionale di riforma» elaborato dal Ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, l'ANMVI ha elaborato un documento per la politica nazionale, di Governo e di Parlamento, aperto all'adesione degli stakeholder nazionali che ritengano la fase storica in atto una occasione decisiva per chiedere la riforma permanente delle aliquote IVA e collocare, il settore della salute e del benessere animale nello scaglione agevolato, attualmente al 10%.


 SALUTE E BENESSERE ANIMALE: SETTORE UNICO, ALIQUOTA IVA UNICA
L’ANMVI CHIEDE UNO SCAGLIONE UNICO AL 10% PER
• PRESTAZIONI VETERINARIE (oggi al 22%)
• MEDICINALI VETERINARI (già al 10%)
• ALIMENTI PER ANIMALI DA COMPAGNIA (oggi al 22%)

L’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) ritiene improcrastinabile alleggerire il pesante carico fiscale che grava sulla salute e sul benessere delle popolazioni animali del nostro Paese alla luce:
- dell’emergenza sanitaria ed economica nazionale
- delle strategie della Commissione Europea
- delle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità Animale (OIE)

L’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) rappresenta il principale ostacolo economico-fiscale e il più rilevante dissuasore sociale al conseguimento dei nuovi obiettivi strategici - nazionali, europei e globali- per la sanità animale e la sanità pubblica.
Nel nostro Paese, la persistente disomogeneità di trattamento impositivo (aliquote IVA differenziate ed eccessivamente elevate) renderà inefficaci le sinergie del comparto per conseguire obiettivi dai quali dipenderanno anche le risorse finanziarie del Recovery Plan. A titolo di evidenza, non esaustiva:
• controllo delle malattie animali
• controllo delle malattie animali trasmissibili all’uomo
• lotta all’antibiotico-resistenza
• sicurezza degli alimenti e dei mangimi per animali
• benefici socio-sanitari del possesso di un animale da compagnia
• contrasto al randagismo e all’abbandono e conseguenti risparmi di spesa pubblica
• possesso e detenzione responsabile degli animali anche a tutela dell’incolumità pubblica
• approccio one health e integrato Salute-Agricoltura-Ambiente
• rilevanza produttiva e occupazionale del comparto (Professionisti, Industria e Agricoltura)

Si ritiene necessario e urgente individuare il primo provvedimento normativo utile ad un allineamento definitivo delle aliquote IVA applicate al settore della salute e del benessere animale, attraverso la ricollocazione delle prestazioni veterinarie (Codice Ateco 75) e dei prodotti alimentari gli alimenti per animali da compagnia nel medesimo scaglione d’Imposta agevolata (10%) al pari dei medicinali veterinari.

Per rispondere alle finalità proprie di questo settore e alle relative aspettative dell’Unione Europea, la rimodulazione dell’aliquota IVA in fascia unica agevolata al 10% dovrà assumere carattere strutturale, permanente e non temporaneo.

L’impoverimento economico determinato dall’emergenza Covid-19 renderà ancora più gravoso sopportare questo peso fiscale da parte dei contribuenti privati, con il rischio di deprimere la domanda di salute e di benessere animale. In Italia, ci sono 60 milioni di animali da compagnia: su base ISTAT, il rapporto tra gli animali da compagnia e la popolazione italiana è di 1 a 1. Un cittadino per ogni animale da compagnia; 1,5 famiglie italiane su 3.

Si evidenzia che il settore della salute e del benessere animale è considerato funzionale ad assicurare la continuità della filiera, servizi di pubblica utilità ed essenziali. Per questa ragione, le attività di questo settore non sono state sospese durante il lockdown.
Nonostante il loro carattere di essenzialità, le prestazioni veterinarie e i prodotti alimentari per animali da compagnia continuano ad essere collocati nello scaglione IVA più elevato, al pari di beni e servizi di lusso e/o non essenziali.

Si evidenzia inoltre che il settore della salute e il benessere animale include attività di prevenzione, cura, controllo e mantenimento della salute sia degli animali da compagnia che di quelli allevati a scopo di produzione di alimenti per l’uomo.

Primi destinatari del presente documento sono i Ministri della Salute, dell'Economia e dell'Agricoltura e le Commissioni di Camera e Senato per le rispettive aree di competenza. Il documento viene proposto a tutti coloro che intendano mostrare pubblica sensibilità alle istanze rappresentate: parlamentari, stampa, organizzazioni e organismi settoriali ed extra settoriali.