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CONFPROFESSIONI

I Veterinari nel Rapporto sulle Libere Professioni

I Veterinari nel Rapporto sulle Libere Professioni
Tra il 2011 e il 2016, il numero dei professionisti è generalmente aumentato: i I Veterinari rientrano nel gruppo "a crescita alta"; segno più anche per la crescita del reddito, in controtendenza rispetto alle professioni tradizionalmente redditizie. Basso il tasso di invecchiamento, grazie all'iniezione demografica femminile. I dati nel Rapporto di Confprofessioni sulle Libere Professioni in Italia.

Confprofessioni rende disponibile (formato e-book e sfogliabile- accesso gratuito) il Rapporto 2017 sulle Libere Professioni in Italia, il primo realizzato dalla Confederazione delle Libere Professioni e destinato a diventare un appuntamento annuale. I dati (elaborazioni su fonti istituzionali) hanno l'obiettivo di "offrire un’occasione permanente di approfondimento delle trasformazioni in atto nel mondo delle professioni e dei compiti di rappresentanza e tutela che ci vengono sollecitati"- spiega il Presidente Gaetano Stella nella sua prefazione.

Di seguito una estrapolazione non esaustiva dei dati riferiti alla professione veterinaria, che in Confprofessioni è rappresentata da ANMVI dal 2001.

Veterinari ad alta crescita numerica- Le professioni sono raggruppate in base all’intensità della crescita, in quattro gruppi: professioni a crescita alta, media, bassa e negativa. I Veterinari rientrano nel gruppo "a crescita alta", con un aumento del 22,5% rispetto al 2011.

Reddito in salita ma fra i più bassi- In crescita anche il reddito: i Servizi Veterinari (Codice Ateco 75) registrano un +36%. Una tendenza al rialzo condivisa solo da periti agrari (+26%) e agronomi (+23%) trainate dal settore agricolo. Queste professioni, assieme agli intermediari del commercio, sono le sole a registrare una crescita continua, che si protrae dal quadriennio 2006-2010 al periodo più recente  (2011-2015).
La crescita non ha tuttavia consentito ai Veterinari di scalare la classifica delle professioni più redditizie, nè di omogeneizzare il divario regionale. Nel Nord Ovest, i Veterinari hanno denunciato un reddito di 20.923,2 euro; nel Nord Est di 21.339,9 euro; nel Centro di 13.925 euro e nelle Isole di 1 9.849,5 euro (dati riferiti alle denunce fiscali del 2016 per l'anno d’imposta 2015).
Anche la differenza di genere pesa sul reddito dichiarato: 13.974,2 euro e 20.305,9 euro per i  Veterinari  maschi, rispettivamente sotto e sopra i 40 anni di età; 10.340 euro e 13.504,2 euro per le Veterinarie rispettivamente sotto e sopra i 40 anni.

Anzianità professionale ed equilibrio anagrafico e di genere-  L’anzianità professionale è un "elemento premiante in termini di reddito",  in tutte le professioni, una regola valida "senza eccezioni" sia per i professionisti maschi che per le donne.
Rispetto al dato anagrafico, fra i Veterinari la crescita della componente femminile è andata di pari passo con un abbassamento dell’età media. Fra il 2011 e il 2016 c'è stata una variazione di genere dell'11%: le donne nel 2011 erano il 48% della professione veterinaria, mentre nel 2016 hanno segnato il sorpasso dei maschi arrivando a rappresentare il 59,2% dei Veterinari.
Anche se la Sanità permane caratterizzata da un’anzianità media piuttosto elevata, i Veterinari rientrano nel gruppo dove l'invecchiamento è meno pronunciato. I Veterinari con più di 55 anni, infatti, sono aumentati del 16% nel periodo 2011-2016, ma rappresentano la categoria professionale meno invecchiata fra tutte quelle considerate nel Rapporto.

Veterinaria: la prima attività- In media, nel 58,7% dei casi,  si accede alla libera professione senza aver precedentemente maturato esperienze lavorative in forma diversa o affine. Un dato particolarmente vero per i Veterinari che non hanno avuto precedenti attività di lavoro per il 68,9%, senza rilevanti differenze di genere.