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MONTECITORIO

Morsicature, ANMVI incontra l'On Silvia Benedetti

Morsicature, ANMVI incontra l'On Silvia Benedetti
Le morsicature da cani rappresentano un problema di sanità pubblica e di tutela dell'incolumità ancora largamente inesplorato e sottovalutato. Il tema oggetto di iniziative parlamentari da parte dell'On Silvia Benedetti è stato affrontato oggi a Roma insieme ai vertici dell'ANMVI. Stato dell’arte e proposte di intervento.

Sollecitato dalla parlamentare del M5S, l'incontro di questa mattina ha fatto il punto sulle molteplici sfaccettature del fenomeno. Il Presidente dell'ANMVI Marco Melosi e il Vicepresidente Raimondo Colangeli, esperto in medicina veterinaria comportamentale, hanno inizialmente proposto un approccio differenziato che richiede soluzioni e interventi "molto diversi sotto il profilo delle cause, degli effetti, della gravità, delle responsabilità e dei rimedi"- è scritto nel documento consegnato all'On Silvia Benedetti.

C'è morsicatura e morsicatura-
L'incontro nasce dall'interesse della deputata a presentare iniziative parlamentari principalmente finalizzate a sollevare un dibattito, dopo il grave caso di aggressione canina mortale che questa estate ha visto nuovamente vittima un bambino al di sotto dei due anni di vita. Sebbene di gravità minore, le cronache di queste settimane non hanno smesso di registrare episodi morsicatura ai danni dell'incolumità di persone, anche da parte di randagi. La stagione estiva, in ragione della maggiore frequentazione di spazi aperti, può aumentare il livello di rischio e non solo per le persone: "Fra le vittime delle morsicature devono essere annoverati anche altri animali, specie consimili", fa notare l'ANMVI. Agli incidenti nei luoghi pubblici, dove il cittadino deve essere tutelato nella sua incolumità, vanno sommati gli ambienti privati-domestici dove è fortemente presente il rischio di lesioni da cani.

Assenza di dati epidemiologici-
L'ANMVI ha osservato che, a distanza di tredici anni dal primo atto normativo, la contestatissima Ordinanza-Sirchia, il fenomeno delle aggressioni canine non poggia ancora su dati nazionali epidemiologicamente certi: non se ne conosce il dettaglio nè per numero nè per scala di gravità. "Ne consegue l'impossibilità ad una disamina accurata, sulle cui evidenze basare azioni di intervento mirate ed efficaci sia nella prevenzione che nella gestione del problema".
Ad oggi, per motivi diversi, sono inservibili allo scopo sia l'Anagrafe nazionale degli animali d'affezione (Ministero della Salute), sia le anagrafi canine nazionali (Servizi veterinari Asl), ma soprattutto a risultare inefficaci a fini epidemiologico-statistici nazionali, sono le strutture della rete di emergenza ospedaliera (pronto soccorso) ai quali si rivolgono i cittadini in caso di lesioni da morsicature. I dati in possesso di queste strutture non vengono tesaurizzati e messi a disposizione dei Medici Veterinari (Asl, Ordine, llpp) a scopo di monitoraggio e analisi.

Un fenomeno costoso-
Le aggressioni canine hanno un elevato costo socio- economico sia per i privati che per la pubblica amministrazione. "Di questo risvolto- ha fatto notare l'ANMVI- " non è mai stata curata né una stima né un rendicontazione delle spese sostenute per l'assistenza pubblica sanitaria, dal primo soccorso alla chirurgia plastica ricostruttiva. Servizi Veterinari e Amministrazioni comunali sono tenuti a farsi carico della gestione di cani di pericolosità, non raramente abbandonati in canile/rifugio dai loro proprietari. Nei casi in cui vittima del cane morsicatore è un consimile, questi verrà condotto dal veterinario curante da un proprietario che- rivendicando un diritto al risarcimento da parte del morsicatore -rappresenta fra l'altro uno dei più frequenti casi di insolvenza e di conflitto sociale.

Proposte dettate dall'esperienza - Il quadro a  disposizione dei Medici Veterinari- ha osservato Marco Melosi- è basato sull'evidenza empirica quotidiana. Anche se non ci consente di generalizzare, è un indicatore attendibilissimo di un alterato rapporto uomo-cane che suggerisce di agire in via proprioritaria sulla prevenzione"

In primo luogo, l'ANMVI ha chiesto di incentivare l’adozione consapevole con visite veterinarie pre-adottive, che consentano al proprietario di scegliere il cane più idoneo al contesto socio familiare e allo stile di vita, tenendo conto che il benessere dell’animale rappresenta un fattore determinante nella prevenzione di comportamenti aggressivi. Il ruolo di orientamento del Medico Veterinario consente- in tutti i contesti (allevamento, attività commerciale, canile, rifugio, ecc.) - di ottimizzare il grado di consapevolezza del futuro proprietario e di verificare le compatibilità di convivenza. 

In secondo luogo l'ANMVI inisiste sulla necessità- da tempo ben cevidenziata da SISCA (Società di Scienze Comportamentali Animali) -di raggiungere le gestanti e le neo mamme con messaggi di prevenzione delle morsicature e delle aggressioni, eventi che - come spesso la cronaca registra- originano in una scorretta impostazione della relazione con l'animale. L’ingresso di un nuovo nato nel nucleo familiare incide sul comportamento del cane, sia esso già presente nel nucleo familiare o entri a farne parte dopo il lieto evento. I gruppi familiari con bambini devono essere correttamente indirizzati allo scopo di massimizzare il beneficio, scientificamente attestato, di convivere con un cane durante l’infanzia.

Tre invece le proposte di riflessione riguardanti l'attuale impostazione del 'Patentino’, il percorso di formazione volontario, introdotto con ordinanza ministeriale dal 2009:
-valorizzarlo attraverso forme di premialità per il cittadino proprietario che virtuosamente lo frequenti;
- erogarlo al bisogno, ripensando le modlaità di frequenza e la durata della residenzialità;
- valutare è la previsione dell’obbligatorietà 
- semplificare le procedure organizzative per i liberi professionisti che intendano organizzare il Patentino.

Molto importante, infine a parere di ANMVI, che – nel rispetto delle reciproche competenze- un Medico Veterinario e preferibilmente un Medico Veterinario Esperto in Medicina Veterinaria Comportamentali, interagisca con il proprietario che decida di affidarsi a educatori o istruttori/addestratori allo scopo di garantire il rispetto dello sviluppo del cucciolo e del benessere del cane senza alterarne l’equilibrio comportamentale e relazionale con altre persone o altri animali.

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Nella foto-da sinistra: dott. Raimondo Colangeli; On. Silvia Benedetti; dott. Marco Melosi; dott.ssa L. Santilli (collaboratrice dell'On.Benedetti)