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JOBS ACT AUTONOMI

Sacconi: avvicineremo i professionisti alle imprese

Sacconi: avvicineremo i professionisti alle imprese
Il Jobs act degli autonomi approda al Senato. L'iter del ddl è iniziato in Commissione Lavoro, presieduta dal Sen Maurizio Sacconi che del provvedimento è anche relatore. Per il suo estensore, Maurizio del Conte, il ddl è uno Statuto del lavoro autonomo, "il completamento della riforma del lavoro". Annunciato un ciclo di audizioni.
Non si riapre il cantiere delle riforme del lavoro, ma si integra il vigente quadro regolatorio con soluzioni utili ai lavoratori autonomi, professionisti compresi. Il Senatore Maurizio Sacconi, già Ministro del Lavoro, è relatore in Commissione Lavoro al Senato del Jobs Act del lavoro autonomo (Ddl 2233). L'iter del disegno di legge proposto dal Ministro Maurizio Poletti è iniziato in Parlamento il 25 febbraio.

Le disposizioni contenute nel disegno di legge governativo- ha dichiarato Sacconi "tendenzialmente avvicinano la regolazione delle professioni a quella delle imprese in materia di transazioni commerciali, clausole abusive, diritti della proprietà industriale, accesso ad appalti pubblici, deducibilità delle spese per formazione".

Nel proporre l'adozione del disegno di legge n. 2233 come testo base, il Sen Sacconi che della Commissione Lavoro è anche il Presidente, ha auspicato che per via emendativa possano essere accolti all'interno di esso alcuni profili sul "lavoro agile" contenuti del disegno di legge n. 2229, di cui è primo firmatario. Andrebbero inoltre a suo giudizio recuperate alcune disposizioni già ipotizzate in occasione dell'esercizio delle deleghe fiscali. In particolare, l'abbandono degli studi di settore potrebb'essere realizzato con riferimento alle libere professioni, in considerazione del fatto che essi sono disegnati sulla base della "competenza", mentre in quest'ambito si prevede l'assoggettabilità fiscale per "cassa". Inoltre, secondo il relatore, andrebbe modificato l'articolo 54, comma 1 del TUIR con riferimento alla formazione del reddito del lavoratore autonomo, in cui si fanno rientrare anche le somme che il lavoratore autonomo riaddebita al committente per il ristoro delle spese effettivamente sostenute per l'espletamento dell'incarico.

Il Jobs Act del lavoro autonomo viene anche chiamato Statuto del Lavoro Autonomo. Il suo estensore, Maurizio del Conte, spiega a Confprofessioni «Abbiamo liberato il lavoro autonomo dal sospetto di essere una forma di lavoro elusiva, per riconoscerne il valore e la funzione in un mercato moderno».  "Si avvera, in questo modo- ha detto Sacconi presentando il provvedimento in Commissione-  il superamento della rigida distinzione tra lavoro autonomo e lavoro subordinato ipotizzato da Marco Biagi già quindici anni fa, con la proposta di uno Statuto dei Lavori".
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Atto Senato n. 2233
Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l'articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato.
Titolo breve: Lavoro autonomo